Una piazza per don Rauzi sacerdote «alternativo»

Ieri toccante inaugurazione in viale Europa davanti alla chiesa della Visitazione In tanti hanno messo l’accento sulla sapienza e sull’umiltà del religioso


di Fabio Zamboni


BOLZANO. Il 22 novembre del 2002 don Giuseppe Rauzi lasciava questo mondo, ma soprattutto la sua chiesa della Visitazione, il suo centro culturale Lovera, il suo quartiere di cui era un faro, la sua amata scuola e la sua città di cui era diventato un insostituibile punto di riferimento. Ieri, a dieci anni esatti, la sua Bolzano gli ha dedicato una piazza. Non una qualunque: la “sua” piazza, lo spazio antistante alla chiesa e al centro culturale, nel primo nucleo storico di quello che è oggi il popoloso viale Europa.

Se le commemorazioni ufficiali nascondono sempre le insidie dell’ufficialità, per l’appunto, e dei discorsi di circostanza, e degli eventi in qualche modo dovuti, quella di ieri è stata tutt’altro: la cerimonia per ricordare don Rauzi, o don Giuseppe o don Beppino com’era diversamente chiamato in base al grado di conoscenza e di familiarità, è stata un affollato ritrovo di centinaia di persone che lo hanno conosciuto e amato e apprezzato. E le parole sono state vere come quelle che usava lui con sapienza: lontane dall’apologia, piene di contenuti. E gli eventi tutti centrati sulle opere di don Giuseppe e sui mille motivi che hanno portato la città a dedicargli una piazza e una fontana che qualcuno, ieri mattina in chiesa, ha descritto come simbolo visivo di una carezza, un gesto che faceva parte del repertorio di quell’alternativo sacerdote noneso approdato a Bolzano nel 1960 come cappellano del Duomo.

La cerimonia. Ieri mattina alle 11 in un’affollatissima chiesa della Visitazione, è stato il presidente della Circoscrizione Carlo Visigalli a fare gli onori di casa e a gestire gli interventi: quelli dei politici - assente giustificato il sindaco Spagnolli - con l’assessore comunale Randi a indossare la fascia tricolore per l’inaugurazione ufficiale della piazza, quello di Antonio Rauzi, fratello di don Giuseppe, in un commosso e commovente ricordo della madre Gemma che a don Giuseppe fece da assistente lungo tutto il suo servizio sacerdotale, quello dello stesso Visigalli che ha definito don Rauzi «uomo di Dio ma anche uomo per gli uomini».

I ricordi. Appena fuori della chiesa, non le parole cesellate per il pulpito ma quelle ancora più spontanee degli incontri e dei commenti a una giornata così particolare. Francesco Comina, del Centro Pace: «L’ho frequentato molto negli ultimi anni della sua vita. I padri Balducci e Turoldo erano i miei padri spirituali e lo erano anche per lui. E proprio con loro ricorderemo presto don Rauzi. Un ricordo particolare? Il fatto che facesse spesso la Mendola in bicicletta, scendendo poi con la funicolare. Proprio tornando dalla Mendola si sentì male e scoprì di aver quel maledetto tumore al cervello. Era un grande intellettuale, un uomo di cultura che aveva approfondito le radici ebraiche del cristianesimo come pochi altri».

Luca Sticcotti, che ieri ha collaborato ad organizzare l’evento per il decennale: «Mi aiutò quando iniziai a lavorare alla radio della diocesi. Se fosse qui, oggi, riderebbe simpaticamente della presenza del suo allievo Michele Tomasi, il vicario del vescovo: un personaggio particolare, un economista che ha trovato la vocazione dopo i trent’anni, una persona molto progressista e aperta, com’era don Rauzi».

Gli eventi. Ieri mattina l’inaugurazione della piazza, nel pomeriggio la Messa e in serata un incontro pubblico con canzoni e documenti. Musicisti come Bobbi Gualtirolo ed Eufemia Femia, legati alla chiesa della Visitazione, hanno eseguito le canzoni d’autore laiche che don Rauzi amava e che amava ospitare in chiesa. Poi le immagini raccolte da Milena Cossetto, fotografie della sua vita dall’infanzia fino alla maturità, con flash sulla sua attività di insegnante e sulla sua passione per la bicicletta e per la montagna. Ma le celebrazioni non sono finite ieri sera: oggi alle 13 dalla parrocchia della Visitazione partirà un pullman diretto a Malé, Valle di Non, per vsitare la tomba del sacerdote e per una messa di suffragio. Ultima tappa di questo intenso decennale, la prossima uscita di un libro dedicato a don Rauzi: Milena Cossetto ha curato la stesura di una mini-biografia arricchita da interventi di personaggi che ne hanno condiviso lo straordinario cammino religioso, culturale, didattico e umano.













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