L'intervista

Unibz e caro-casa: «Va avanti solo chi è benestante»

Parla Giorgio Camuffo, docente a UniBZ. «Il caro affitti non riguarda i professori, pagati di più rispetto agli altri atenei, a soffrire sono i ricercatori e soprattutto gli studenti, di fatto discriminati»


Paolo Campostrini


BOLZANO. Il sindaco è duro: «Il fenomeno è fuori controllo, troppi B&B, in città abbiamo affitti alle stelle: una situazione che sta penalizzando lo sviluppo dell’Università». Renzo Caramaschi osserva il fenomeno e chiede nuovi meccanismi di deterrenza: la percezione diffusa è che lo smantellamento del mercato degli affitti tradizionali stia colpendo soprattutto gli studenti. «Non possiamo permetterci di porre in discussione lo sviluppo dell’università per colpa di un mercato respingente». L’altro giorno uno studente in cerca di un letto è stato respinto, fortunatamente senza perdite, da un portale B&B bolzanino. «Non trovo una stanza, voi ne avete? Mi hanno chiesto tremila euro per 35 giorni in un mini…». E i ricercatori di Unibz? «Con 1300 euro al mese di stipendio non stanno meglio», rivela il direttore di Unibz Günther Mathà. E infatti se ne vanno. Diventando, la loro carenza, una delle emergenze Lub. Restano i professori. Giorgio Camuffo, insegna comunicazione visuale alla facoltà di Design. È di Venezia, ha diretto studi e coordinato team, anche a Fabrica Benetton. A Bolzano ha trovato una città che, in quanto a prezzi, fa concorrenza a Venezia, che già sta nel firmamento del caro casa, poco sotto Milano.

Se lo aspettava?
Qualcosa avevo intuito. Ma la realtà è abbastanza respingente in quanto a prezzi. Ha sentito della proteste a Milano e a Roma degli studenti? Certo. Li inalberano cartelli con su scritto no a 700 euro per una stanza. Qui è quasi uguale, mi dicono. E Bolzano non è una metropoli e non ha quattro università come Milano.

Lei dove sta adesso?
Alla Kolping.

Cioè in una pensione?
Beh, tra un po’ di tempo lascerò l’ateneo. Mi serve per venire qui due tre volte la settimana. Non mi pareva il caso di impegnarmi in un affitto lungo.

Anche i docenti soffrono il caro casa?
No, è diverso. A Bolzano i professori sono pagati mediamente di più che non negli altri atenei. Anche più grandi e antichi. Per cui l’attrattività dell’insegnamento qui mi pare garantita.

E per i ricercatori ?
Meno. Hanno stipendi iniziali non molto alti. So che iniziano ad esserci difficoltà per il loro reperimento.

Colpa del mercato immobiliare bolzanino?
Direi che questo è il primo elemento che un giovane ricercatore valuta.

Si è fatto un’idea del perché qui i prezzi stanno lievitando che neanche a Milano?
Penso sia il turismo. Una città turistica fa quasi sempre soffrire i residenti, se non ci sono politiche di contrasto adeguate. E con i residenti soffrono molto gli studenti fuori sede.

Ritiene giusta la protesta degli studenti di questi giorni? Certamente.

E perché?
I prezzi alti degli alloggi diventano uno strumento di discriminazione. Lo diventa nei fatti. Chi arriva da fuori e ha la famiglia in grado di pagargli certe cifre studia qui, a Milano o a Roma. Chi non ce l’ha, spera in una studentato oppure abbandona. So di cifre elevate di ammessi ai corsi che poi rinunciano dopo aver capito l’ambiente degli immobili.

Non le sembra grave che la prima selezione per gli studi universitari avvenga sul piano economico?
In passato è stato molto spesso così. Una volta, o uno viveva in una città universitaria, oppure faceva il pendolare. Difficile fare il pendolare a Bolzano con i trasporti che ci sono e con il fatto che ci sono tanti studenti dall’estero. Il risultato è che un caro prezzi come quello bolzanino è un elemento che incide molto sulla capacità di un ateneo di fare cultura e offrire sbocchi ai giovani.

Lei però ha scelto di fare il pendolare.
Ancora per poco. Ma io ho i miei anni, un ragazzo dovrebbe avere maggiori opportunità.

Ha idea del mercato degli affitti in altre realtà studentesche? Mediamente, se penso a Verona, che non ha un grandissimo ateneo con molte facoltà un po’ come Bolzano ed è città turistica, i prezzi degli alloggi sono circa il 30% in meno.

Non è poco no?
No, non lo è. Una differenza che può far decidere se restare o meno.

C’è il rischio che Bolzano diventi una università per privilegiati?
Questo non lo so. Ci sono borse di studio, ci sono studentati, anche se so che non riescono mai a coprire il fabbisogno. Certo, il rischio esiste sempre.

Perché non ci sono ancora abbastanza studentati?
Leggo che Unibz spinge molto perché se ne costruiscano di nuovi. Ma Comune e Provincia hanno avuto difficoltà. Si spera nei privati. Ultimamente c’è molta polemica sulla presenza massiccia di B&B, che tolgono dal mercato metri quadrati per residenti e studenti, soprattutto nelle zone centrali.

È inevitabile?
Il fenomeno degli appartamenti trasformati in B&B è spinto dal mercato ed è comune a tante città che puntano sul turismo. Poi, tocca alla politica creare un quadro di compatibilità tra esigenze dei privati e interesse pubblico.













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