Unibz, fame di 900 alloggi Sos per studenti e docenti 

L’Università si allarga. Tempo due anni e arriveranno 500 studenti in più che riempiranno  la nuova facoltà di Ingegneria al “Noi”. Lugli: «Già adesso non sappiamo dove mettere altri 400»



Bolzano. L'università si allarga. "Tempo due anni arriveranno 400 studenti in più. Sono quelli che riempiranno la nuova facoltà di Ingegneria al “Noi” di via Volta. Forse 500 persone se ci mettiamo anche i docenti e tutto il resto..." dice Günther Mathà che di Unibz è lo snodo amministrativo. Ed è una prima notizia. E Bolzano? «Già adesso non sappiamo dove mettere a dormire almeno altri 400» insiste Paolo Lugli, il rettore. Il quale da anni conduce una battaglia senza quartiere contro il caro prezzi urbano e l'assenza di alloggi. Cinquecento in arrivo più quattrocento ancora senza casa, significa che già adesso la città dovrebbe trovare un migliaio di case. Ed è la seconda notizia. Una fatica di Sisifo: perché dove si aprono i varchi sui posti letto, si richiudono subito dopo appena professori e allievi scoprono i prezzi del mercato. La terza e finalmente positiva notizia è che è in arrivo un nuovo studentato. «All'Elisabethinum, in via Castel Roncolo, dovrebbero essere a disposizione circa ottanta stanze» , dicono a Unibz. Sembra che la promessa sia stata fatta da Philipp Achammer, assessore alla cultura tedesca che si sta muovendo su questo tavolo. Soprattutto tra la fitta presenza di istituzioni ecclesiastiche a Bolzano. A sua volta Giuliano Vettorato, vicepresidente di giunta e assessore alla cultura italiana, si muove nei quartieri. Sembra sia in corso una trattativa per almeno altri venti posti letto nell'area di piazza Nikoletti. L'altro elemento riguarda il Comune: «Non abbiamo immobili pronti all'uso - spiega Renzo Caramaschi- ma possiamo mettere in campo percorsi agevolati e rapidi per concessioni edilizie o cambio di destinazioni d'uso nel caso i privati si muovessero per questo tipo di bisogni. Che a questo punto assumono una valenza sociale». I privati a loro volta hanno messo in campo una serie di opzioni : via Rosmini, il complesso di fronte alla Metro in attesa di destinazione, un progetto da attuarsi nel quadrante di via Grandi con possibilità di dotare Bolzano di un edificio in condivisione tra appartamenti per docenti e studenti con biblioteca e servizi, un altro progetto in stand by da mesi lungo via Druso. Quello che è certo è che l'appello di Lugli è diventato venerdì, all'apertura dell'anno accademico, un allarme. Un grido di dolore. «Mancano strutture urbane per affiancare l'Università nel suo sviluppo. Che è indispensabile - ha scandito - perché l'Alto Adige soffre di una grave carenza di laureati, vede contrarsi il suo livello qualitativo professionale complessivo e la conseguenza è che il territorio rischia di perdere in attrattività». Già adesso la provincia sta faticosamente recuperando sul piano degli investimenti in innovazione. Ma uno dei passaggi decisivi in negativo restano la scarsa capacità infrastrutturale (la mancanza di un aeroporto resta alla base di tanti rifiuti di dirigenti e ricercatori richiesti dalle istituzioni), la carenza di alloggi e l'altissimo costo di case e affitti. «Quando i nostri studenti provano a cercar casa nel mercato privato, non credono alle loro orecchie quando viene loro comunicato il canone» dice il rettore. Che spinge per la realizzazione di studentati. Lo dice a ogni occasione: ultime, la cerimonia in piazza Walther della consegna dei diplomi e l'altro ieri all'apertura dell'anno accademico. Lo dice guardando dritto negli occhi tutti i politici presenti. E fa di questa richiesta il punto centrale dei suoi interventi. Ora si apre l'Elisabethinum. Ma non basteranno 80 posti per arrivare ai quasi mille di fabbisogno per il 2021. P.CA.













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