BOLZANO

Uno striscione choc in Piazza Mazzini «Noi due, senza casa»

Una madre si appella alle istituzioni: «Ho lavori saltuari non riesco a pagare 640 euro al mese d’affitto. Aiutatemi»


di Valeria Frangipane


BOLZANO. «Credetemi... non è facile appendere alla finestra di casa un lenzuolo con sopra scritto quel che ci ho messo io. Lo fai quando le hai provate tutte, quando davanti a te non vedi altra soluzione. Lo fai perchè hai bisogno di aiuto».

Gerti Morandell, 42 anni, mamma di un bimbo di 7, ci ha pensato e ripensato e poi ieri mattina ha steso al quinto piano dell’appartamento che abita in Piazza Mazzini, uno striscione che è un pugno nello stomaco: «Mamma e bambino, altoatesini, con diritto alla casa popolare, ignorati da Ipes e Provincia. Legge uguale per tutti!». Poi è scesa in strada - ha scattato una bella foto - e l’ha postata su Facebook tra gli ottomila e passa di “Sei di Bolzano se...”». Almeno qui, avrà pensato, qualcuno mi ascolterà. Ma cosa è successo? «La mia è una storia che in questi ultimi anni purtroppo è comune a molte altre persone. Avevo un lavoro che ho perso e adesso mi arrangio un po’ qua un po’ là. Ma arrivare alla fine del mese anche con un bambino piccolo, non è facile». Quando lo stipendio s’aggirava attorno ai 900 euro al mese (il caro vecchio 1 milione e 800 mila lire, ma non è più possibile fare questo paragone), facendo i salti mortali Gerti Morandell riusciva a pagare l’affitto. Ma poi la questione è diventata improponibile. «Viviamo in trenta metri quadrati e pago 640 euro di affitto. Ditemi voi com’è possibile campare in queste condizioni».

Nelle ultime settimane è arrivato anche lo sfratto. Ma lei ha bussato alle porte dell’Ipes? «Certo che l’ho fatto. Innumerevoli volte. Ma non avevo mai il punteggio che serviva. Signora... mi sono sentita dire un sacco di volte... “ma non ha i punti che servono” con la variante di “non è di mia competenza”! Ho parlato e riparlato con queste persone, ho raccontato la mia storia, fatto capire le mie difficoltà e loro niente. Se ero all’Ipes mi mandavano in Provincia, se ero in Provincia mi risbattevano all’Ipes». Lei cosa vuole? «Che qualcuno mi stia finalmente ad ascoltare, che accettino la mia domanda ... e poi che mi diano una casa. Sono sfinita. Ma se non ho diritto io ad un alloggio, che sono senza lavoro, che non riesco a pagare l’affitto, che ho un bimbo piccolo... ma allora chi ha diritto? Ma è possibile - mi chiedo - che ci sia qualcuno che è messo peggio di me? Ma ditemi, sono forse troppo ricca?». La questione è delicata e presta il fianco a considerazioni e polemiche che tirano in ballo gli extracomunitari. «Non è di questo che voglio parlare. Sono contenta per tutti coloro che sono venuti in Alto Adige a lavorare e che sono riusciti ad avere una casa. Mi chiedo se tra le migliaia di case che l’Ipes ha a Bolzano» - alcune delle quali vuote - «ce ne sia almeno una che fa al caso mio. Che i funzionari vengano a vedere, che s’informino, che tocchino con mano invece di spiegarmi sempre e solo che “l’affare non è di loro competenza”. Che qualcuno mi stia ad ascoltare invece che contare quei maledetti punti. per poi spiegarmi che non ne ho abbastanza perchè ho un solo figlio!».

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