Vaccini, la Pfizer taglia le dosi  Allarme: a Bolzano 57% in meno 

La pandemia. L’Alto Adige risulta tra i territori più penalizzati dalla riduzione delle consegne decisa dalla azienda Oggi 3.510 lotti invece di 8.190. La Asl riorganizza il piano vaccinale della settimana: si darà priorità ai richiami


Francesca Gonzato


Bolzano. I vaccini devono rallentare di nuovo. L’Alto Adige la scorsa settimana finalmente aveva recuperato, arrivando all’82,6% di dosi somministrate. Ma da oggi c’è un altro allarme su cui la Asl prova a correre ai ripari. L’emergenza riguarda l’enorme taglio di dosi che la Pfizer consegnerà in queste ore all’Italia e al resto dell’Ue, rispetto a quanto previsto dal contratto. L’Alto Adige risulta tra i territori più penalizzati in Italia: a sorpresa la partita attesa oggi dalla Asl subirà una riduzione del 57 per cento. Invece delle 8.190 dosi previste, ne arriveranno 3.510 (-4.680).

Fino a ieri sera i vertici della Asl erano impegnati a verificare le poche scorte rimaste nei frigoriferi, riorganizzando il calendario delle vaccinazioni della settimana. «Questa vicenda della Pfizer non poteva arrivare in un momento peggiore, perché da questa settimana dobbiamo iniziare le iniezioni di richiamo sui vaccinati della prima ora. Non possiamo permetterci di stravolgere questa procedura che prevede tempi precisi», annuncia con preoccupazione l’assessore Thomas Widmann. Perché è vero, conferma l’assessore, la Asl non dispone oggi del 30% di scorte previste: «Abbiamo dovuto correre per recuperare posizioni, perché è vero che siamo partiti male. E adesso siamo quasi senza scorte».

Il taglio arbitrario delle consegne della Pfizer è un caso europeo. La mobilitazione ai massimi vertici pare avere ottenuto un risultato: dalle iniziali tre settimane di riduzione, la Pfizer prospetta «solo» una settimana di consegne ridimensionate ai Paesi Ue. «Speriamo assolutamente che il 25 gennaio torniamo in linea con le dosi programmate», fa sapere il direttore sanitario Pierpaolo Bertoli, «In queste ore stiamo rivedendo la programmazione della settimana 18-24 gennaio, che ci vedrà costretti a rallentare. Se lunedì prossimo non torneremo a un approvvigionamento regolare, allora la situazione diventerà ancora più critica».

In queste ore la Asl ha terminato le vaccinazioni nelle case di riposo in tutta la provincia. Il piano della settimana prevede l’avvio dei richiami e in parallelo la prosecuzione delle prime vaccinazioni agli over 80enni prenotati, al personale sanitario (anche liberi professionisti) e ai soccorritori.

Bertoli e colleghi ieri sera erano impegnati a verificare se potranno essere garantiti tutti i richiami e le vaccinazioni programmate: «Ci mancano quasi 5 mila dosi. I richiamo hanno la precedenza e contiamo di vaccinare anche i prenotati. Non potremo accettare altre prenotazioni, in attesa di capire cosa accadrà la settimana prossima».

Il commissario straordinario per l'emergenza Domenico Arcuri in una nota indignata ha fatto sapere che questa settimana in Italia «a fronte delle 562.770 dosi previste, verranno consegnate 397.800 dosi». Questa decisione, aggiunge Arcuri, «non condivisa né comunicata agli uffici del Commissario, produrrà un'asimmetria tra le singole Regioni». E infatti Emilia Romagna, Lombardia e Veneto, provincia di Bolzano e Provincia di Trento sono, in percentuale, tra le regioni più penalizzate. A Bolzano, come detto, delle 8.190 dosi previste, ne arriveranno solo 3.510 (-57,1%. In Provincia di Trento su 5.850 dosi previste, ne verranno consegnate solo 2.340, ovvero -3.510 ( -60%).

Al polo opposto, Abruzzo, Basilicata, Marche, Molise, Umbria e Valle d'Aosta saranno le uniche regioni a non subire i tagli nella distribuzione dei vaccini Pfizer-BioNTech.

Widmann reagisce con irritazione: «Se ci avessero avvisato con qualche giorno di anticipo, avremmo rallentato le vaccinazioni, per essere più tranquilli nei prossimi giorni. Invece abbiamo corso come i matti, per recuperare lo svantaggio dei giorni scorsi».

Sulla base dei dati diffusi ieri dal ministero della Salute, l’Alto Adige è risalito dall’ultima posizione dei giorni iniziali al nono posto, con 17.040 somministrazioni su 20.620 dosi consegnate (82,6%). Widmann rivendica inoltre: «Siamo primi in Italia nella percentuale di popolazione vaccinata». Il 2,7% (dati di sabato). Intanto anche a Dobbiaco è stato effettuato uno screening di massa: 1250 cittadini, oltre un terzo della popolazione, si sono sottoposti al tampone. 22 i positivi asintomatici individuati dai test rapidi.













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