Vettorato: alla ex Speedline commesso un reato ambientale  

L’inquinamento. L’assessore sul caso delle scorie interrate: «Speedline e Aluminia negano ogni responsabilità» Le spese per la bonifica lievitate a 5,5 milioni di euro. La Provincia: gli ulteriori costi verranno chiesti al responsabile



Bolzano. Serviranno 5,5 milioni di euro e non i 3,5 preventivati per la bonifica dei terreni inquinati della ex speedline, dove verrà costruito l’ampliamento del noi techpark e la nuova facoltà di ingegneria della lub. su questa vicenda la provincia fornisce nuove informazioni e conferma la linea «chi inquina paga», con la ricerca dei responsabili finora infruttuosa. come riferito nelle scorse settimane, gli ex dirigenti sindacali pino giordano e renzo rampazzo hanno intenzione di presentare un esposto alla corte dei conti sulla storia complessa della bonifica. l’assessore giuliano vettorato fa il punto per rispondere a una interrogazione dei verdi.

La Provincia è titolare dell’area, che acquistò nel 2010 dalla Dante Bau (gruppo Podini e altri). A sua volta la Dantebau aveva acquistato il terreno nel 2006.

«L’inquinamento dell’area è ascrivibile alle attività industriali pregresse, precedenti al passaggio di proprietà alla Dante Bau», sottolinea Vettorato. I presunti responsabili dell’inquinamento, chiarisce Vettorato, «sono le attività pregresse sul sito, vale a dire Speedline e Alluminia. Attualmente la “Noi” sta svolgendo la bonifica del sito in qualità di proprietario incolpevole, che ai sensi dell’art. 253. Comma 4 del d.lgs. 152/2006 ha diritto a rivalersi delle spese nei confronti del responsabile». La società Noi si è attivata, ricorda la Provincia, «contattando sia Speedline che Aluminia. Entrambe in questa prima fase hanno declinato ogni responsabilità». Non c’è ancora una cifra ufficiale, nota alla ripartizione Ambiente, dei costi aggiuntivi della bonifica, rispetto al progetto iniziale da 3,5 milioni di euro, precisa. La stima è comunque di 5,5 milioni di euro.

L’inquinamento, prosegue Vettorato, «è da fare risalire alla attività industriale dell’area come produzione di alluminio primario e soprattutto alla fase di trasformazione del capannone nel 1988 (da produzione primaria in produzione di cerchioni). Una quota parte dell’inquinamento è precedente al 1988 (proprietà Aluminia S.p.a) e una quota parte (interramento del materiale demolito contaminato) a circa il 1988 (proprietà Aluminia S.pa, Speedline Aluminia S.p.a e Speedline S.p.a)».

I Verdi chiedono se venne autorizzato l’interramento di scorie e detriti da demolizione. Così risponde Vettorato: «Non esiste una autorizzazione all’interramento delle scorie, esiste solo una concessione edilizia del Comune di Bolzano (del 1986, ndr) per la riconversione e demolizione dell’ex sala forni». Se non ci fu una autorizzazione all’interramento delle scorie, chiedono allora i Verdi, l’avvenuto interramento comporta reato e la Provincia ha sporto denuncia?

Sì, siamo in presenza di reato, risponde la Provincia, in particolare per «omessa esecuzione del progetto di bonifica approvato». Non c’è risposta sull’eventuale denuncia.

I lavori del primo lotto della bonifica sono iniziati il 22 maggio del 2018 e dureranno presumibilmente fino alla fine del 2019. Questo primo lotto, informa Vettorato, «rimane entro il limite dei costi detratti dal prezzo di vendita dell’areale (3,5 milioni di euro). Altri fondi non sono stati stanziati perché gli ulteriori costi vengono richiesti al responsabile». Ma è lo stesso assessore ad ammettere: «È necessario capire come sia difficile risalire alla attribuzione di responsabilità su fatti svolti più di 30 anni fa». FR.G.

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