Via al “divorzio breve”, costa 16 euro

Primi casi in Comune, si può fare con e senza avvocati. Spagnolli: «Buona legge». Condizioni più rigide se ci sono minori


di Massimiliano Bona


BOLZANO. C’è chi la ritiene «una mezza rivoluzione destinata a far risparmiare molti quattrini alle famiglie in crisi» e chi invece la bolla come «un’inutile complicazione». Stiamo parlando del cosiddetto “divorzio breve” (ma vale anche per le separazioni), che si può fare senza l’assistenza degli avvocati, davanti all’ufficiale di stato civile in Comune, o con il supporto di un legale di fiducia. A cambiare sono i costi: nel primo caso, se non ci sono particolari motivi di attrito nella coppia, bastano i 16 euro della marca da bollo, mentre nel caso della “negoziazione assistita” (con i legali) siamo nell’ordine almeno di diverse centinaia di euro. Ma i tempi, per il divorzio (trascorsi i tre anni dalla separazione) si riducono anche a pochi giorni. Soddisfatto il sindaco Luigi Spagnolli, anche se per i Comuni ciò si tradurrà inevitabilmente in un ulteriore carico di lavoro. «Ho annunciato questa novità esultando e resto della stessa idea. È una scelta intelligente da parte del legislatore».

In Comune. Ormai si sono attrezzati quasi tutti i Comuni, perché ad imporlo è la legge. L’assistenza di un legale, come detto, non è obbligatoria. «Non devono esserci però figli minori, portatori di handicap grave o economicamente non autosufficienti».

I coniugi devono presentarsi in Comune una prima volta per manifestare la loro volontà e tornare, quindi, in Comune 30 giorni dopo per confermare le loro intenzioni. L’accordo, e questa è una novità, produce gli stessi effetti dei provvedimenti giudiziari senza il bisogno di un’omologazione giudiziale. «Bastano le dovute annotazioni negli atti di matrimonio». Se la coppia non torna in Comune 30 giorni dopo fa saltare automaticamente l’accordo. Diciamo che questa soluzione è destinata ad andare a buon fine in caso di separazione o divorzio consensuale e riduce sensibilmente i tempi di attesa, oltre che i costi.

La negoziazione assistita. Quest’ultima è ispirata al modello francese ed è entrata in vigore in Italia con il decreto legge 132/2014 convertito nella legge 162/2014.

Il primo atto di negoziazione assistita, che prevede la presenza del legale, è stato fatto a Merano e presentato dall’avvocato Giorgio Balzarini nell’ottobre 2014. «Abbiamo concluso il divorzio - spiega Balzarini - in 10 giorni, contro i tre mesi canonici. Tra divorzio e separazione devono passare sempre e comunque tre anni». Lo stesso Balzarini ha trattato un caso analogo a Tubre. «Quando le due novità entreranno a regime - ammette il politico e legale meranese - si ridurrà anche il giro d’affari per gli avvocati. Questa novità funziona, peraltro, per divorzi e separazioni consensuali. Se invece tra marito e moglie ci sono motivi di attrito consiglio, sempre, l’assistenza di un legale». All’avvocato Julia Unterberger, che tratta un centinaio fra separazioni e divorzi in un anno, la novità non piace proprio. «Più che una rivoluzione mi sembra un’inutile complicazione. I coniugi che erano d’accordo su tutto potevano recarsi anche prima alla cancelleria del Tribunale rivolgendosi a personale competente. I Comuni, invece, dubito che siano attrezzati in tal senso».

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