Via Alto Adige, in lizza quattro cordate

Due sono austriache e due altoatesine. Quelle “locali” sono la Signa di Benko e la Dalmo di Dalle Nogare e Moserbau


di Paolo Campostrini


BOLZANO. In Comune sono convinti: il “buco” di via Alto Adige sarà chiuso. E arriveranno dai 18 ai 20 milioni di euro. Forse meno che più. Ma arriveranno. Le ragioni sono diverse ma quelle decisive sono queste.

Primo: il taglio nella base d'asta del terzo lotto, quello rimasto vuoto tra i due palazzi di vetro davanti all'Hotel Alpi, di almeno 4 milioni ha fatto crescere il numero dei concorrenti (nuovi)e accresciute le convinzioni di quelli vecchi.

Secondo: il cambio destinazione d'uso attuato già da Chiara Pasquali che ha introdotto la mixité uffici-commercio è diventata estremamente complementare rispetto agli scenari che si sono ormai definiti sull'altro lato della strada con l'avvio del progetto Benko. Tanto che oggi sono pronti a presentarsi all'asta fissata il 13 aprile quattro soggetti imprenditoriali. Una presenza ancora ufficiosa ma che emerge dal combinato disposto delle attuali strategie industriali rispetto agli scenari che potrebbe aprir loro l'acquisto dell'area.

Si tratta di due imprese austriache, di cui una coordinata da un fondo d'investimento e di due altoatesine, la Signa di René Benko e la Dalmo, azienda composta dalla Dalle Nogare di Bolzano e dalla Moserbau di Sarentino. Quest'ultima mantiene ancora un assoluto riserbo ma sta valutando alcuni mutamenti di scenario rispetto allo scorso anno. E pure in confronto al contesto esistente all'epoca della prima asta sul "buco" del settembre 2013 andata deserta. Gli scenari riguardano il prezzo, che è sceso di molto, ma anche il rapporto con la riqualificazione urbana del Pru (Piano riqualificazione urbana) di via Perathoner. In quel progetto, Benko e Heinz Hager avevano fin da subito introdotto la costruzione di un nuovo albergo al posto del vecchio Alpi. Dunque l'interesse del gruppo, rispetto al lotto comunale invenduto e disponibile in via Alto Adige resterebbe concentrato solo sulle opportunità di destinazione d'uso di tipo terziario (uffici) e commerciale (negozi al dettaglio). Non su quella correlata di tipo alberghiero .

«Abbiamo già in previsione la costruzione di un nuovo hotel Alpi. Basta così», ha detto Heinz Hager. Dunque a Benko interessano commercio e uffici. Ma alla Dalmo no. Nel senso che potrebbe vedersi dischiudere la possibilità di sfidare la Signa sul suo stesso terreno. In sostanza, il gruppo Dalle Nogare-Moserbau sarebbe nelle condizioni di sfruttare tutte le opportunità realizzative consentite dalla nuova destinazione d'uso del lotto. C'è poi un' altra condizione che sta facendo lievitare le possibilità di successo dei soggetti al di fuori di Benko. Ed è che il gruppo austriaco-bolzanino del tycoon viennese ha ormai una grande visibilità progettuale a Bolzano. In questi giorni Heinz Hager ha avuto colloquio molto fitti in Comune sia col sindaco Caramaschi che con il suo vice Baur con al centro la definizione del suo intervento di riqualificazione del Virgolo. Che questa amministrazione comunale ha posto in cima ai suoi programmi . Ma che si aggiungerebbe a Palazzo Menz ( quest'anno ci sarà il suo rilancio), all'area dell’ex cantina di Gries (partenza del cantiere 2018) e all’imminente avvio dei lavori del Pru . Questi contesti , detto informalmente, potrebbero suggerire a Benko di fare un passo indietro in via Alto Adige. Ecco spiegato il probabile accresciuto interesse degli altri concorrenti. Più convinto rispetto a tre anni fa, quando ancora non si parlava di Pru da realizzare e di Virgolo da risanare con una tempistica ormai molto più definita.

In tutto questo, resta la possibilità della Signa di far pesare la propria potenza di fuoco economica nel caso il ridisegno tuttora in atto dei contenuti del nuovo centro commerciale intorno all'Alpi non faccia emergere l'interesse a creare sinergie tra le due "sponde" di via Alto Adige . La possibilità cioè, di spostare marchi, tipologie distributive, uffici o negozi dal progettato megastore nell'area della stazione autocorriere ad un nuovo palazzo da far sorgere nel buco. Questi sono gli scenari a poco più di un mese dall'asta. Alla cui base d'offerta stanno lavorando i capi ripartizione dell'assessorato che fa capo a Sandro Repetto, quello al patrimonio.

Perché sarebbe un beneficio patrimoniale insperato quello in procinto di giungere dal buco. Ma molto atteso. Per questo Caramaschi ostenta assoluta riservatezza sulla questione. Anche se ascolta con grande interesse le voci sull’aumento dei soggetti privati che stanno per scendere in campo.

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