Via brigata Tridentina a Bressanone: «Raccoglieremo le firme»

Il generale Scozzaro rifiuta l’«offerta» di via degli Alpini e annuncia battaglia: Il sindaco l’ha promessa e la città non può dimenticare 51 anni di storia


di Paolo Tagliente


BRESSANONE. Se l'intenzione di Carlo Costa, che proprio da queste pagine ha difeso la scelta di dedicare una via di Bressanone agli Alpini anziché alla Brigata Tridentina, era quella di mettere fine alle polemiche, è evidente che abbia ottenuto l’effetto contrario. Le spiegazioni del segretario del Pd, il quale ha spiegato che almeno per ora l’intitolazione di un segmento di via Vittorio Veneto a “via degli Alpini” debba essere considerata come il migliore dei risultati possibili, hanno ottenuto la stessa reazione della benzina gettata sul fuoco.

E così, oggi, per criticare senza mezzi termini la scelta dell'amministrazione, scende in campo niente meno che Girolamo Scozzaro, generale di divisione a riposo e ultimo comandante della Tridentina. Ma non si tratta solo di una presa di posizione per quanto importante e pesante. No, l'ufficiale promette anche di dare pacifica battaglia pur di contrastare la decisione della giunta. «Una scelta inaccettabile – sbotta – ed è chiaro che non possiamo essere soddisfatti. Anzi siamo molto delusi e contrariati. Una via dedicata genericamente agli Alpini, almeno qui a Bressanone, non ha alcun senso. Ricordo, infatti, che la città ha ospitato il Comando della Brigata per ben 51 anni, dal 1951 al 2002. Ricordo che, al di là degli aspetti strettamente militari, la Tridentina ha dato tanto, tantissimo a Bressanone e alla sua gente: parlo del supporto a moltissime manifestazioni, mettendo a disposizione ambulanze, medici e mezzi d'ogni tipo, parlo della bonifica e della pulizia di tanti sentieri, della costruzione di un ponte bailey, parlo del rifornimento di viveri e materiali ai rifugi, dei corsi di sci per i ragazzi della zona e non dimentico la fanfara e il coro, presenti e applauditi in innumerevoli manifestazioni.

In molti, inoltre, ignorano che nel 1956, in occasione dell'alluvione che colpì la valle Aurina, vennero inviati molti Alpini della Brigata in aiuto alla popolazione e due dei nostri militari persero la vita. Uno era proprio brissinese, si chiamava Passamani». Il legame tra la città e la Tridentina, insomma, è molteplice, storico e indissolubile. Verrebbe da dire che è un legame di sangue. «Proprio così – continua Scozzaro – e per questo non comprendo l'atteggiamento dell'amministrazione: Bressanone deve rendere omaggio alla “sua” brigata e non genericamente agli Alpini. Può essere intitolata una via, ma non troverei nulla da eccepire se fossero una piazza o un altro luogo cittadino importante». Scozzaro, che è anche presidente della sezione di Bressanone dell'Unione nazionale ufficiali in congedo, non ha alcuna intenzione di fermarsi alla protesta formale. «Sono pronto a percorrere qualsiasi strada istituzionale per contrastare questa decisione, anche a dare il via a una raccolta di firme, a mettere un banchetto in piazza per raccogliere le adesioni della gente. Poi le consegnerò al sindaco che, è bene ricordarlo, in occasione del raduno del 2009, di fronte ad autorità militari e civili, promise che Bressanone avrebbe avuto “via Brigata Tridentina”. Ora, non solo il primo cittadino si è scordato di quella promessa, ma si approfitta dell'occasione per depotenziare via Vittorio Veneto, il cui significato storico è noto a tutti. La tristezza è davvero grande». Di via degli Alpini, insomma, lei non ne vuol sentir parlare. «No, nel modo più assoluto. Piuttosto non si faccia nulla, non si dedichi nulla a nessuno».

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