Via Gaismair, i vigili urbani chiudono la sala giochi

Partita l’offensiva della polizia municipale. A giorni verranno chiuse altre sale Il ddl Costa alla Conferenza Stato Regioni: macchinette solo nelle strutture ad hoc


di Davide Pasquali


BOLZANO. Chissà quando. E se, se ne uscirà. E soprattutto, come se ne uscirà. Stiamo parlando della lotta al gioco d’azzardo patologico, in un crescendo di indefinita confusione normativa via via sempre più accentuato. L’ultima puntata, in città, è questa: partita l’offensiva dei vigili urbani del capoluogo, non soltanto nei (pochi) bar dove di recente sono ricomparse le slot, ma anche nelle vere e proprie sale giochi. Il primo effetto si è visto questa settimana: chiusa la sala giochi a gestione cinese di via Gaismair. Intanto, però, alla prossima seduta della conferenza Stato-Regioni-Province autonome si discuterà del ddl del ministro Enrico Costa per arginare il fenomeno slot. Il clou è questo: macchinette solo nelle sale giochi. Ossia, mentre qui da noi le si sta iniziando a far chiudere, su sollecitazione della Provincia che non rinnova le autorizzazioni e poi chiede alla municipale di agire, a livello nazionale si vorrebbero eliminare le macchinette da bar e tabacchini per portarle solo nelle sale giochi dedicate.

Iniziamo con via Gaismair. Piuttosto inspiegabilmente, ancora non si è agito alla sala giochi di via Streiter, dove gli stessi addetti ammettono: “Non guardi le autorizzazioni, tanto sono tutte scadute”. Qui, sempre a detta di chi ci lavora, sono controlli tutti i santi giorni: carabinieri, polizia, finanza, vigili. La sala, però, ieri pomeriggio era ancora aperta al pubblico. Idem per la mega sala videolottery dell’Admiral nell’interrato della stazione autocorriere di via Perathoner, dove è atteso a breve l’intervento dei vigili urbani. Il cui comandante, Sergio Ronchetti, laconico si limita ad ammettere: «Ne chiuderemo diverse». Nei prossimi giorni/settimane. Si è cominciato il 24 gennaio in via Gaismair. Sei macchinette nel bar, più altre quasi trenta nell’annessa sala fumatori. Chiuso. Autorizzazioni non in regola, come sanno anche al vicino bar tabacchino. Fra sala giochi e tabacchino c’è di mezzo solo il portone del condominio Ortles. A sinistra la sala giochi, chiusa perché senza autorizzazione. A destra il tabacchino. Con saletta dedicata alle slot. In funzione.

Sempre nei giorni scorsi è proseguita l’attività dei vigili urbani nei bar. In questi casi, per esempio in via Milano, i vigili diffidano: toglietele. Poi c’è il secondo round. Se non si sono rimosse le slot, arriva la multa, doppia perché in tal caso si paga pure il primo avvertimento bonario. Alla terza, si chiude il bar. Questo perché nei locali pubblici il gioco è attività di supporto. Nelle sale, invece, dove l’azzardo è il core business, trovate le macchinette si chiude, e basta, da subito.

Intanto, mentre la sezione bolzanina del Tribunale amministrativo regionale nei giorni scorsi ha rigettato il ricorso di un gestore di macchinette di Prato Stelvio, cui l’amministrazione provinciale aveva negato il rinnovo dell’autorizzazione in base alla normativa sui luoghi sensibili, a Roma si va in direzione differente. Il ministro Enrico Costa, infatti, dopo averne anticipato i contenuti nei giorni scorsi, in una delle prossime sedute della Conferenza Stato Regioni presenterà il suo ddl contro il gioco d’azzardo patologico. Molti i provvedimenti previsti, ma su tutti spicca questo: gioco confinato solo in sala giochi. In caso di approvazione, si dovrebbe applicare anche in Alto Adige. O la Provincia punta a portar a casa pure questa competenza?

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