Via Palermo, giù gli alberi con polemica 

Davanti alle S. Filippo Neri. Abbattuti due olmi ed un cedro del Libano. Lorenzini: «Nessuno mi ha avvertito, c’è stata delle superficialità» Begher: « Ci sono situazioni in cui il taglio delle piante è l'unica soluzione possibile. Oppure si accettano cadute a causa dell'asfalto sconnesso»



Bolzano. Da una parte c'è la Giardineria (e Marialaura Lorenzini ) dall'altra i Lavori pubblici. In mezzo ci sono gli alberi. E una guerra ancora sotterranea. Ma per poco. Pietra dello sandalo: le radici mozzate e le piante da abbattere a ponte Palermo. «Mi hanno mandato immagini da brivido» dice l'assessora. E si ferma qui: «Adesso parlo con chi di dovere ...».

Ma risponde Mario Begher - responsabile tecnico dei Lavori pubblici del Comune - : «In alcuni tratti di strada le radici sollevano l'asfalto e ci sono evidenti problemi di tenuta. Penso anche alle ciclabili. A ponte Palermo? Lì si deve fare bene un parcheggio ...». E elenca una serie di interventi necessari un po' ovunque. Lorenzini abbozza: «Nessuno mi ha avvertito. Non che sia obbligatorio, no... ma già vedo le accuse alle Giardineria sui social. In questo caso dico che le questioni vanno valutate con attenzione. Soprattutto se si tratta di veri monumenti verdi...». Come quelli di ponte Palermo. L'ingegner Begher, conferma: «Si tratta di un olmo e di due cedri del Libano». L'assessora va oltre: «Penso che siano addirittura sotto tutela . Ma non sono sicura ...». In sostanza, gli alberi tornano a dividere. Da un lato ci sono obiezioni di tipo sentimentale, vista la storia di alcuni di loro, ma anche di sostenibilità ambientale complessiva che le piante garantiscono. Dall'altra disegni di riqualificazione urbana molto pratici: più vecchie sono le piante, più le radici si estendono e, vista la loro forza, arrivano anche a scardinare il manto stradale. D'altro canto, il Comune sostituisce con costanza le vecchie piante con nuovi alberi. Contando in un loro sviluppo problematico soltanto tra decine di anni . «Se io non taglio o abbatto - spiega Begher - e semplicemente ripongo l'asfalto danneggiato, tempo pochi anni siamo da capo. Così non va. Ci sono situazioni in cui il taglio delle piante è l'unica soluzione possibile. A meno di non accettare un certo numero di incidenti o di cadute a causa dell'asfalto sconnesso». Situazioni di questo tipo non sono rare. É probabile si pensi a un qualche invento, ad esempio, in via Dalmazia o in viale Trieste, soprattutto per quanto riguarda le ciclabili che li vi scorrono. E poi anche a Bolzano Sud dove esistono vecchi alberi dagli anni Trenta. O ancora nella Bolzano nuova. Dunque, ponte Palermo non è che una delle tante situazioni che potrebbero presentarsi in parallelo alla necessità di interventi di cantiere (come appunto alla fine di via Palermo) o per garantire la sicurezza dei passanti. Il tema, tuttavia, non si esaurisce nella sfida intorno all'olmo o ai due cedri del Libano, visto che quest'ultimo episodio segue altri anche a maggior rilevanza mediatica, come è accaduto al parco della Stazione. La ragione per cui la questione andrà avanti anche politicamente riguarda il fatto che l'assessora Lorenzini proporrà in giunta comunale una modifica anche del regolamento edilizio. Il quale, a suo parere, è carente proprio laddove non garantisce una seria tutela del patrimonio verde. «So già che dovrò superare le resistenze del mio collega il vicesindaco Luis Walcher - premette - ma vorrei un regolamento che preveda la responsabilità diretta del direttore dei lavori nel caso fossero abbattuti alberi senza ragione e senza accordo preventivo». L'esempio più vicino di questa tutela preventiva è a Merano. Intanto, anche nell'immediato, sembra inevitabile almeno un chiarimento tra l'assessora verde e il responsabile dei Lavori pubblici ancora sulla situazione di ponte Palermo .

«Non mi capacito di come si sia potuti arrivare a tanto senza prima discuterne - conclude Lorenzini - c'è stata anche superficialità . Oppure, temo, proprio una mancanza di attenzione. Proprio non ci si pensa alle piante ...». P.C.













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