Via Palermo protesta: case Ipes invase da cimici e scarafaggi

Palazzo pieno di insetti fino al quarto piano, famiglie furiose. La disinfestazione è fallita, vengono dagli alberi


di Riccardo Valletti


BOLZANO. La prima cosa che Anna Barile fa ogni mattina appena apre gli occhi è la stessa cosa che aveva fatto la sera precedente prima di mettersi a letto: controllare che tra le lenzuola non ci siano cimici e scarafaggi. Regolarmente rimane delusa, sia la sera che la mattina dopo. Anna vive in via Palermo 75, e la sua casa è tirata a lucido ogni giorno, ma non appena ripone lo straccio e la bomboletta spray contro gli insetti, ecco che le cimici tornano a mettere il muso fuori dalla cucina, dai mobili del salone, nei cassetti della biancheria, e nello scolapiatti. Da anni, tutte le estati. "Sto impazzendo – sospira – non ce la faccio più a combattere con questa casa, ma non voglio cedere al ricatto di trasformarla in una prigione". Cosa che è successa esattamente due piani sotto di lei, a Flaviana Verzino, che vive barricata da qualche anno con finestre e persiane chiuse e un’abbondante scorta di pasticche contro gli insetti sparse per casa e una bomboletta sempre a portata di mano. "L’hanno scorso sono finita in ospedale – si sfoga – ho la pelle molto sensibile e ogni puntura mi produce un livido, e nel frattempo sto diventando allergica a tutti questi prodotti che sono costretta a tenere sempre accesi 24 ore al giorno". Tutto per colpa della mancata manutenzione al giardino, spiegano le due donne, cui si aggiunge un coro di lamentele da tutto il palazzo. Dodici appartamenti, dal piano terra al quarto piano, tutti infestati. Dodici famiglie che da anni mandano lettere e fanno richieste all’Ipes e non hanno mai visto tornare indietro nemmeno una nota. "Hanno voluto trasformare il giardino in una giungla – lamenta Erminia Mosca – e poi non viene mai nessuno ad occuparsene, al piano terra la luce non entra più dalle finestre perché le piante fanno ombra fino al balcone di sopra, e nessuno pota gli alberi da anni, e dai rami le cimici saltano direttamente nei nostri letti".

Per anni la questione è stata oggetto di un rimpallo tra Comune e Ipes, "la terra è dell’istituto mentre gli alberi sono della Giardineria – spiega Angela Verzino – e nessuno dei due ha mai voluto spendere un euro per rimettere le cose a posto, quando abbiamo chiesto che almeno mettessero un disinfettante sugli alberi ci hanno detto che avrebbe fatto male alla salute, come se invece dieci punture al giorno fossero meno gravi".

Ma stavolta le donne non hanno intenzione di passare l’estate con una piaga d’Egitto in casa, "ora basta – stringe i denti Anna Barile – ho il terrore che questi animali producano delle infezioni alle mie figlie, se non vengono immediatamente a fare una disinfestazione li denunciamo tutti".













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