Bolzano

Via Roen non ci sta e reagisce: una festa in risposta ai vandali

Il comitato della via: «Vogliamo insegnare a vecchi e nuovi bolzanini il rispetto per la cosa pubblica». Dopo i vandalismi nella nuova area giochi, al parco Pompei si realizzerà un grande murale colorato dai residenti


Davide Pasquali


BOLZANO. In via Roen i residenti non si scoraggiano facilmente e in risposta all'ennesima sequela di atti di vandalismo, che nelle scorse settimane hanno ripetutamente colpito il parco giochi in via di rifacimento, sfoderano un'iniziativa di comunità, che si terrà il 25 e 26 maggio, con il supporto di decine di volontari. L'atto simbolico principale della manifestazione sarà la realizzazione di un esteso murale, predisposto nei contorni da un'artista, ma che verrà poi colorato da chiunque desideri cimentarsi, dai bimbi ai loro nonni. Solo l'ultima iniziativa di rilancio del rione. Ne racconta i contorni Renato Sette, di RestartBz.

Negativo e positivo

«Il negativo del rione credo sia già emerso negli ultimi giorni sul giornale, come era emerso anche in modo chiaro durante l'evento natalizio che avevamo organizzato: era stato vandalizzato il lavoretto fatto dai bimbi della scuola dell'infanzia. Il positivo è che da circa un anno e mezzo noi abbiamo cercato di attivare un laboratorio urbano di via per stimolare la comunità a rigenerare insieme lo spazio pubblico, quindi sensibilizzare sul fatto che parco Pompei è un luogo di ritrovo, di condivisione, in cui si abbattono i muri, ci si ritrova fra generazioni. Il ruolo dello spazio pubblico può essere proprio quello di mettere insieme, no? In questo ambito abbiamo attivato un percorso che si chiama ID Roen, che sta per Identity Roen. Lavoriamo sull'identità della via, una cosa che a Bolzano manca a tanti livelli. È proprio la storia, la genesi di questa città, che è nata un po' così, negli anni '40, dai flussi migratori. Questi devono ancora amalgamarsi bene, perché la storia, comunque, anche se sono passati 60-80 anni, è recente. E a questi flussi si sono poi aggiunti in epoca recente ulteriori flussi migratori». Via Roen è un laboratorio perfetto: asilo, elementari, medie, superiori, parco, campetti, giochi, area cani, negozi di vicinato. In soli 200 metri.

Educare, dai più piccoli in su

Nel rione, ha fatto specie quanto accaduto al parco giochi interdetto perché in via di rifacimento, dove sono stati alcuni genitori a far entrare i ragazzini, che hanno poi divelto le recinzioni, giocato a calcio con le scarpe coi tacchetti sui rotoli di erba appena posati, rompendo gli irrigatori e di fatto facendo rinsecchire il tutto, per non parlare del nuovo grande gioco, usato prima di essere stato collaudato e reso sicuro. E tralasciando i lucchetti tranciati con un tronchese. In pieno giorno. Sette replica assai pacato: «Questo è un luogo che abbraccia tantissime persone e fra queste tante persone c'è anche qualcuno che magari va stimolato: questi spazi non hanno una valenza singolare, ma sono un coro, sono corali, sono collettivi, e quindi tu devi rispettarli. Purtroppo non tutti abbiamo la stessa educazione e la stessa scala di valori. E quindi queste persone, anche tramite questi laboratori, coinvolgendo tutti a partire dalla scuola dell'infanzia, le vogliamo in qualche modo, diciamo questa parola, educare, o meglio avvicinare ai valori che sono tipici di questa città: la spazialità pubblica, il verde pubblico, lo stare insieme, l'aiutarci».

Questione (anche) di tempo

Il responsabile di Restart Bz, da cui è nato Id Roen che ora si vorrebbe replicare anche in altri rioni, prosegue: «Chi è qui da più tempo è più vicino ai valori di questa città. Una città che tiene in maniera forte al verde, alla cura dei luoghi, alle cose. Chi è qui da più tempo questa mentalità l'ha acquisita. Chi è qui da meno tempo... È centrale, la questione del tempo, dell'abituarsi, del dire: bene, gli occhi possono godere di una certa cosa, ma ne possono godere perché tutti la rispettiamo. Chi invece è arrivato da poco, in qualche modo deve un po' abituarsi, questo è chiaro». Fondamentale dunque, lavorare partendo dai bambini, «sperando che portino poi a casa quanto imparato».

E quindi, quasi ogni mese, in via Roen c'è qualcosa; si sono coinvolte istituzioni, associazioni, il fermento c'è e coinvolge pure i negozi di vicinato, che sponsorizzeranno la festa di fine maggio.

Il murale simbolico

Durante la festa, racconta Sette, «ci sarà un'artista peruviana esperta in disegni di comunità. Il suo dipinto rappresenterà a vari livelli la comunità che si rigenera: lei farà la bozza e poi tutti, dai bambini agli anziani, potranno contribuire. Alla fine della festa "regaleremo" questo murale alla comunità, alla strada. Un gesto fatto non da un artista che viene e lavora tre giorni da solo, pagato, bensì un gesto collettivo».

Restart ha messo in piedi tutta una serie di iniziative di sensibilizzazione atte a valorizzare il bene comune. Lavora su due livelli: «Uno scientifico, delle conferenze, dove abbiamo parlato di mobilità, città abbandonata, urbanistica. Siamo al 12° appuntamento, ci seguono sempre 50 60 persone». Si sta lavorando anche a una possibile rivisitazione dei regolamenti per appalti e gestione dei pubblici esercizi di proprietà comunale.

«E poi abbiamo queste iniziative a livello più popolare, più urban place maker, cioè creatore di spazi e luoghi in cui questi temi in qualche modo vengono anche inseriti in maniera dolce. Ad esempio durante la festa avremo la ciclofficina: ripareremo le biciclette; in questo modo attiriamo la gente e la invitiamo ad arrivare in bicicletta. Durante la festa, poi, la scaletta musicale è studiata in modo che ci sia una sovrapposizione di generi, ma non a settori, la sera il dj e di giorno il coro. Qui ci sono il dj, il coro, Mina, il rap, uno dietro l'altro, in modo tale che tutti si avvicinano e quindi tu ti puoi sedere a fianco all'anziano e crei quel punto di contatto».

Commercio come presidio

Questo approccio, questi eventi, aiutano anche in un altro senso, sostiene Sette: «Se tu inserisci un percorso di rigenerazione della via, aiuti e stimoli anche il commercio di vicinato, che ha una funzione fondamentale. Qua si torna alle teorie urbanistiche, i superblock di Barcellona: ambiti, zone della città dove è stato limitato il traffico, sono stati creati grandi specialità pubbliche e tutti i negozi di vicinato hanno incominciato a girare... E i negozi di vicinato sono: uno, economia, economia locale; e due, sono presidio, occhi che guardano». L'esercente, se c'è qualcosa che non va, chiama subito chi di dovere...













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