Via Rovigo, processo a rischio rinvio

Il procedimento per il tragico investimento potrebbe essere stoppato. Decisiva la perizia psichiatrica



BOLZANO. Il processo a carico di Hafid El Maharzi. l’automobilista marocchino sotto processo per omicidio a seguito del tragico investimento di via Rovigo, potrebbe essere rinviato a data da destinarsi. Potrebbe essere questa la conseguenza degli accertamenti psichiatrici disposti dal giudice dell’udienza preliminare su richiesta dell’avvocato difensore Nicola Nettis.

In effetti nelle scorse settimane sono iniziate le visite e le analisi peritali affidate al professor Guido Buffoli, psichiatra di Padova. Il primo quesito a cui dovrà rispondere riguarda la capacità dell’imputato di seguire il proprio processo. Le condizioni psichiche di Hafid El Maharzi non sono buone.

Proprio a seguito delle sue condizioni di salute il giudice lo ha posto agli arresti domiciliari interrompendo il periodo di detenzione in carcere. L’uomo ora si trova, in stato di detenzione, in una struttura di cura, Ville Igea di Modena.

Proprio in questi giorni il professor Buffoli sta visitando il paziente riguardo alle sue condizioni psichiche.

Come detto, se dovesse emergere che l’uomo non è in grado psichicamente di poter seguire con sufficiente lucidità il processo che lo riguarda, il procedimento dovrebbe essere sospeso «sine die». E’ un’ipotesi al momento remota, ma che non può essere scartata a priori.

Il perito dovrà anche rispondere ad un secondo importante quesito tecnico del giudice: riguarda la capacità di intendere e di volere dell’imputato al momento della tragedia. Al marocchino che era alla guida del Suv il giorno della tragedia in via Rovigo, è già stato diagnosticato un grave disturbo psicotico oltre ad una grave depressione. Sarà lo psichiatra a dover indicare al giudice se questi suoi problemi di carattere psichico possano aver inciso nel comportamento tenuto dall’uomo in occasione dell’investimento. Come noto l’automobilista marocchino è sotto processo per omicidio volontario per dolo eventuale.

Secondo la Procura della Repubblica, infatti, l’uomo - che era alla guida del suo potente Suv completamente ubriaco - avrebbe tenuto una condotta tale da poter prevedere di provocare una tragedia. La difesa, con l’avvocato Nettis, contesta questa impostazione giuridica e sostiene che l’imputazione per l’automobilista non possa che essere di natura colposa. Per decidere saranno determinanti le perizie tecniche sulla dinamica del sinistro.(ma.be.)

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