la proposta

Virgolo, le attiviste: "Benko lo regali alla città"

Il comitato Il nostro Virgolo. Fortini e Segato: «Si trasformi in un mecenate d’altri tempi. Rinunci alle speculazioni cementizie e trasformi la collina in un luogo di ricreazione»



BOLZANO. Il Virgolo, ormai, viene tirato a destra e a manca come un elastico. Partendo dalla sua missione iniziale di farne piattaforma panoramica per portarci sopra Ötzi, fino all’idea di trasformare i suoi edifici dismessi con successive addizioni, in studentati. L’ultima proposta è spiazzante. E porta la firma di “Il nostro Virgolo” che da sempre si batte per un riuso pienamente naturalistico della collina. E dice in sostanza: che Benko e il suo rappresentante si facciano mecenati d’altri tempi e donino, senza ovviamente pretendere nulla in cambio, i terreni alla città per farne un’oasi a disposizione di tutti quelli che riusciranno a salirvi. Perché, per farlo, manca ancora la funivia.

«Rinunci così a speculazioni urbanistiche e cementizie - spiegano Maria Teresa Fortini e Verena Segato, a nome dell’associazione - e trasformi la collina del Virgolo in un luogo di ricreazione e rigenerazione per i cittadini di Bolzano, senza fini turistici e commerciali». Anche questa rigenerazione a spese del proprietario.

La premessa di questo invito a René Benko e a Heinz Hager, suo rappresentante in Alto Adige, è il rogo che ha mandato in cenere quello che restava dell’albergo Bellavista. Ma anche le proposte successive che hanno prefigurato un riuso non legato al museo archeologico, come da proposta Signa, della collina che sovrasta la città. «Ora, di moda, spunta l’idea di realizzare uno studentato. Poveri universitari - ironizzano Fortini e Segato - considerati, a Bolzano, come “nerd” da isolare in altura invece che farne cuore pulsante della città che non riesce a diventare universitaria, accogliente, allegra e vivace».

Dunque, secondo l’associazione, un alloggio per i ragazzi di Unibz al posto di Ötzi non farebbe altro che allontanare dal centro chi già ha difficoltà a integrarsi nel tessuto urbano. Meglio, aggiungono le due esponenti del gruppo Unser Virgl, uno studentato collocato al MeBo Center, «a un tiro di schioppo dalla città e raggiungibile in bici, isolato quel giusto da non essere escluso dal contesto urbano». Ma anche questo edificio col suo terreno, come pure il Virgolo, appartiene a privati. Maria Teresa Fortini infine, ricorda la lunga battaglia «da noi portata avanti e che ci vide protagonisti nell’evitare che la Thun facesse il sommo errore di costruire sul Virgolo la sua fiera dell’angioletto». Anche in quel caso la collina si trasformò nel teatro delle occasioni perdute. Così ora la proposta: caro Benko, regalacela. E magari riqualificala pure. P.CA.

 













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