Vitalizi d’oro, battaglia su età e anticipi

Moltrer: «Con l’assegno a 60 anni evitiamo qualche ricorso». Casi «disperati»: Svp, Verdi e M5S vogliono la restituzione



BOLZANO. Età del vitalizio o, per i nuovi consiglieri, della pensione. E possibilità per gli ex in difficoltà economica che ancora non godono del vitalizio di tenersi i ricchi anticipi delle attualizzazioni come acconto di quanto riceveranno quando avranno maturato il diritto. È su questi due punti che si aprirà la battaglia sui due disegni di legge di riforma dei vitalizi, approdati ieri sul tavolo della prima commissione legislativa del consiglio regionale presieduta da Walter Kaswalder (Patt). Su questi punti infatti sono già stati presentati emendamenti da parte dei Verdi, del M5S e della Svp.

Età pensionabile. Due emendamenti, dei Verdi e del M5S, eliminano la possibilità di ricevere il vitalizio prima dei 66 anni. Una linea questa su cui spingono anche Pd e Upt. Il disegno di legge dell’ufficio di presidenza prevede invece la possibilità di anticipare fino ai 60 anni, «ma con una decurtazione del 2% all’anno applicata sia al vitalizio che alla somma attualizzata», ha ricordato ieri il presidente del consiglio Diego Moltrer. Che insiste: «Se si guarda l’ammontare totale, la Regione ci guadagna, quindi non vedo perché non si possa dare la possibilità di anticipare. Ci sono consiglieri a cui mancano pochi anni alla pensione, con questa norma eviteremo credo qualche ricorso». Decisiva sarà la posizione che assumerà la Svp, visto che Ugo Rossi si è già espresso a favore della mediazione dell’anticipo con decurtazione.

Anticipi e «norma Laimer». Altro nodo da sciogliere riguarda la possibilità, per la quarantina di ex consiglieri che ancora non hanno l’età per il vitalizio, e che dovranno dunque restituire tutto (anticipi e quote del fondo family), di potersi tenere l’anticipo come acconto della futura attualizzazione, in caso di «motivata istanza all’ufficio di presidenza». Moltrer aveva parlato di pochi «casi disperati» di consiglieri rimasti senza lavoro e impossibilitati perfino a fare un mutuo.

Ma a questa norma si oppongono sia i Verdi che la Svp, che ha presentato un emendamento a firma Helmuth Renzler. «Questa è già stata ribattezzata come norma “salva Laimer”, l’ex assessore che ha avuto un pignoramento a seguito dello scandalo Sel - chiosa il verde Hans Heiss - e la pressione in Alto Adige è forte sulla Svp, che non può permettersi di varare trattamenti differenziati per i propri ex».Verdi e M5S hanno già presentato un pacchetto di emendamenti. I Verdi propongono tra l’altro di applicare i tassi (meno favorevoli)del 2012, di considerare nel calcolo dell’attualizzazione anche i contributi effettivamente versati da ogni consigliere, di mettere un tetto al cumulo dei vitalizi (o del vitalizio e di qualsiasi altra pensione) a 5 mila euro lordi, di ridurre ulteriormente l’indennità del presidente e del vice del consiglio regionale, togliendo ogni maggiorazione per i segretari questori.

Tempi della riforma. Venerdì prossimo la commissione tornerà a riunirsi per una giornata di audizioni: saranno ascoltate categorie economiche, sindacati, Pensplan (con cui andrà chiarito il nodo delle modifiche al regolamento del Fondo Family). Non gli ex consiglieri. Una loro audizione è stata proposta ieri dal consigliere Alessandro Urzì ma respinta, ai voti, dalla commissione. Così come non sarà sentito l’ex ufficio di presidenza, artefice della contestata legge del 2012. Lunedì 16 giugno è prevista una seduta ad oltranza che si chiuderà con il voto sui due ddl. Una tabella di marcia che dovrebbe garantire l’approdo in aula della legge nella seduta del 2-3-4 luglio.

Libertà di scelta. E se tutti, o quantomeno tanti consiglieri, alla fine rinunciassero all’attualizzazione e decidessero di tornare ai loro vecchi vitalizi (seppur decurtati del 20%)? Che succederebbe? La domanda non è peregrina, la legge (articoli 5, 6 e 7) prevede infatti questa possibilità di opzione entro 60 giorni da quando verrà loro inviata la richiesta di restituzione delle somme eccedenti che hanno incassato in base alla legge del 2012. «È chiaro - ragiona il verde Hans Heiss - che se molti tornassero al vecchio sistema, gran parte del risparmio previsto (quantificato in circa 45 milioni di euro sui 90 versati dalla Regione) non si realizzerebbe». Ecco perché prima della prossima seduta della commissione sono attese alcune proiezioni da parte degli uffici.













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