Vitalizi, l’ira degli ex: show elettorale

Palermo: «Al Senato voterò a favore, ma la norma è stata scritta apposta per essere bocciata. Una pagliacciata»



BOLZANO. C’è chi pensa che il principio sia giusto, chi è contrario, ma il parere è unanime sul destino riservato alla legge sull’abolizione dei vecchi vitalizi dei parlamentari: finirà affossata. La legge firmata dal Pd, approvata mercoledì pomeriggio alla Camera e trasmessa ora al Senato, ha già provocato un sonoro smarcamento della Svp dal partito di Renzi. I deputati della Stella alpina non hanno partecipato al voto e il capogruppo Daniel Alfreider dice «in realtà avremmo voluto votare contro, perché facciamo la politica in modo serio e questa legge palesemente incostituzionale non è seria ed è pure stupida, perché il Pd scimmiotta il Movimento 5 Stelle, non sapendo che gli elettori scelgono sempre l’originale, non la copia tardiva». Dal 2012 sono stati aboliti i vitalizi per i nuovi parlamentari. La legge Richetti prevede ora l’abolizione dei vitalizi già erogati, che dovrebbero essere ricalcolati attraverso il sistema contributivo. La legge prevede che una simile procedura dovrebbe essere avviata anche dai consigli regionali e introduce norme restrittive sul cumulo dei vitalizi per l’attività di parlamentare e di consigliere regionale.

Difficile che il gruppo della Svp al Senato cambi idea, visto che ieri l’Obmann Philipp Achammer e il presidente provinciale Arno Kompatscher hanno lanciato altra acqua gelata sulla legge. «Per i nostri consiglieri regionali vale dal 2012 il sistema contributivo. Gli ex consiglieri percepiscono il vitalizio, ridotto attraverso la nota legge e sappiamo quanto la questione sia ancora alle prese con ricorsi e cause», commenta Arno Kompatscher, «La legge nazionale sembra palesemente incostituzionale. I nostri deputati non hanno partecipato al voto perché non vogliono prendere parte a uno show elettorale. Se arriverà una proposta seria, ne discuteremo».

Annuncia invece il proprio «probabile» voto a favore in Senato Francesco Palermo (Gruppo per le Autonomie), ma anche la sua analisi, da senatore e costituzionalista, demolisce la legge: «Credo che voterò a favore, perché sono d’accordo che in Italia esistono situazioni ingiuste da sanare e i maxi vitalizi dei parlamentari ne sono un esempio. Il punto è un altro». Quale? «Palesemente la legge è stata scritta per essere affossata», risponde Palermo, « È solo campagna elettorale. Se verrà approvata, e non è scontato, sarà interessante vedere come si comporterà la Corte costituzionale. Verrà bocciata, se la Consulta riterrà che i vitalizi sono assimilati a una pensione: in quel caso ci sarà la mannaia dei diritti acquisiti intoccabili. La legge potrebbe invece farcela, se la Consulta riterrà i vitalizi una misura non previdenziale. Il fatto è che nel 2012 i vitalizi erano stati aboliti per i nuovi parlamentari attraverso un provvedimento dell’ufficio di presidenza di Camera e Senato. Un atto facile, che non prevede votazioni in aula e che molto più difficilmente può essere impugnato davanti alla Corte costituzionale. Adesso invece si fa una legge: si cerca lo show e la legge verrà insabbiata». Infatti il fronte degli ex parlamentari ostenta tranquillità. «La legge è talmente incostituzionale, che non la sto nemmeno studiando nel dettaglio», assicura l’ex senatore Oskar Peterlini, «Già anni fa l’ufficio studi della Camera aveva indicato una via per scrivere una legge sui vitalizi sostenibile davanti alla Corte costituzionale. Quella votata alla Camera è una proposta che non tiene conto di quelle indicazioni ragionevoli, perché Pd e Movimento 5 Stelle cercano solo un effetto elettorale. È fumo negli occhi per gli elettori». «Sereno» anche l’ex deputato Giorgio Holzmann: «Non ricevo ancora il vitalizio del Parlamento e il mio sarà già in parte calcolato con il contributivo». Gelido Siegfried Brugger, ex parlamentare di lungo corso: «Il minimo che si possa dire è che la legge è debolissima dal punto di vista costituzionale. Mi fanno sorridere i nostri (la Svp, ndr) che si sono appellati ai diritti acquisiti a Roma, mentre a Bolzano hanno sostenuto una legge che li ignora. Lo Stato italiano decide di ridurre le pensioni troppo alte? Lo si faccia per tutte le categorie». (fr.g.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità