Vodafone chiude il negozio di Bolzano

Assemblea tesa in piazza Walther. Per i dipendenti due opzioni: mobilità o ricollocamento con taglio del salario


di Massimiliano Bona


BOLZANO. Facce scure e nervi a fior di pelle ieri mattina in piazza Walther dove si è tenuta l’assemblea dei dipendenti regionali di Vodafone, preoccupati per il loro futuro dopo la decisione dell’azienda di aprire una procedura di licenziamento per 700 lavoratori, che per Bolzano dovrebbe significare la chiusura (o il passaggio a un imprenditore privato) del punto vendita nel “salotto buono” della città e la messa in mobilità (volontaria e con incentivi) o la ricollocazione con un taglio di stipendio nell’ordine del 15% di sette lavoratori presso non meglio precisate aziende partner.

Per l’occasione, oltre ai delegati sindacali locali Bianca Catapano (Cisl) e Renato De Nardi (Cgil), era presente una nutrita delegazione di tutto il Triveneto con Schiavon, Zottino e Bozzato della Cisl, Imbriani e Metello della Cgil e Calore della Uil. Questi ultimi hanno ottenuto, dopo una votazione, il mandato per andare a trattare lunedì e martedì prossimi a Roma, dove si giocherà la parte conclusiva della partita.

A sintetizzarci gli scenari possibili è stato Marco Schiavon. «I punti vendita curati direttamente da Vodafone Gestioni destinati a chiudere nel piano illustratoci dall’azienda sono Venezia, Bolzano, Genova, Bari e Milano Linate. Allo stato attuale delle cose è realistico affermare che il negozio di piazza Walther ha le ore contate». Per i dipendenti, molti dei quali hanno manifestato rabbia e delusione, le strade possibili sono sostanzialmente tre.

Le opzioni per i dipendenti. «La prima strada - prosegue Schiavon - è quella della mobilità volontaria con incentivo. Per gli over 40 sono previsti 2 anni di mobilità e 24 mensilità lorde, che riteniamo insufficienti. A riguardo, pertanto, siamo distanti». La seconda strada è il ricollocamento. «Il personale potrebbe trovare posto presso aziende partner con una decurtazione di stipendio nell’ordine del 15%. In questo caso l’incentivo sarebbe di 15 mensilità». Tra le aziende partner sono state indicate H&P, Accenture e Antex, che forniscono servizi a Vodafone. «I dipendenti si sentono comunque poco tutelati». La terza strada è il ricollocamento nel gruppo Vodafone, che ha 7.579 dipendenti e 8 sedi in Italia.

Il punto vendita di Bolzano. Tra i più critici con Vodafone c’è Vittorio Imbriani della Cgil. «I punti vendita di Bolzano e Venezia si sono distinti per la produttività e nel capoluogo altoatesino a indurre l’azienda a chiudere sembrano essere stati gli elevati costi di gestione, dovuti in particolare all’affitto. Chiudere il negozio è come dare uno schiaffo alla città: se piazza Walther è troppo cara non ci si può spostare in una via meno centrale?». Imbriani spiega così la rabbia dei dipendenti. «Questa volta l’azienda, che in passato aveva dimostrato grande attenzione per il personale, non ha risparmiato nessuno: amministrazione, uffici, reti e punti vendita». «Stiamo parlando - conclude Schiavon - di un gruppo con 8.500 milioni di fatturato e un margine operativo di 3,5 miliardi».













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