«Voglio gestire il Comune con lo stile del manager» 

L’intervista. «I bolzanini si attendono un cambio di passo che solo con noi sarà possibile. Sono allenato a lavorare tanto, ma le persone sono abituato a valutarle dai risultati. Mi tengo la competenza  sullo sport e voglio fare un nuovo assessorato alla sicurezza» 


Antonella Mattioli


Bolzano. «Quello che mi mancherà di più? Il calcio. Avrò meno tempo, ovviamente, per seguire l’Fc Südtirol-Alto Adige. Anche l’appuntamento settimanale con gli amici del calcetto molto probabilmente salterà». Carico, determinato Roberto Zanin, 54 anni, immagina già quella che potrebbe essere la sua nuova vita da sindaco se vincerà le elezioni. Manager del settore finanziario, bolzanino di nascita (è cresciuto in via Cagliari, ndr), abita con la famiglia ad Appiano, ma ha l’ufficio che si affaccia su piazza Walther. A lui e alla sua lista civica i partiti del centrodestra - Lega, Fratelli d’Italia, Forza Italia - hanno affidato il non facile compito di sfidare il sindaco uscente Renzo Caramaschi che punta al bis.

Domenica lei dove voterà?

Ad Appiano.

Secondo i suoi avversari, chi non abita a Bolzano non può fare il sindaco del capoluogo.

Sono nato, cresciuto, lavoro, ho gli amici a Bolzano. Ad Appiano c’è la casa di famiglia di mia moglie e ci vado solo a dormire. Comunque se vedessi che è necessario, non avrei problemi a trasferirmi a Bolzano.

Lei è pronto anche a lavorare 12-14 ore al giorno come l’attuale sindaco Caramaschi?

Sono allenato. In vita mia non ho mai timbrato il cartellino. E ai miei collaboratori non ho mai chiesto quante ore lavorano, ma i risultati.

Sua moglie e le sue figlie cosa dicono della sua scelta?

Che non cambierà molto nella vita familiare, perché già oggi mi vedono poco: per lavoro sono sempre in giro.

Che aria si respira girando per quartieri e associazioni?

C’è voglia di cambiamento.

Che significa che i bolzanini voteranno per lei?

Che significa che non ci può essere cambiamento se si conferma Caramaschi che, dopo aver lavorato una vita in Comune, per quattro anni ha fatto il sindaco.

Lo slogan della vostra coalizione è “Bolzano-capoluogo”: tutto tranne che nuovo.

Peccato che sia rimasto solo uno slogan. Basta fare un giro per il resto della provincia per rendersene conto. Noi - se veniamo eletti - faremo in modo che Bolzano conti davvero: è quello che ci chiedono italiani e tedeschi.

I principali centri della provincia sono dotati di circonvallazioni, Bolzano sta ancora aspettando.

Colpa del sindaco Caramaschi che ha rinunciato alla realizzazione del terzo lotto della variante alla statale 12, per inseguire il sogno dell’A22 in tunnel. Noi ripartiamo da lì: c’è già il progetto. Non ci sono altri modi per liberare Bolzano dal traffico.

Ticket per i pendolari?

Io lo metterei per i turisti.

La sicurezza è davvero un problema o la parola magica per conquistare voti?

All’inizio non pensavo lo fosse; parlando con la gente, ho capito che lo è, eccome. E il sindaco ha gli strumenti per intervenire: non basta fare ordinanze, bisogna farle rispettare. Data la delicatezza della situazione, creerò un assessorato alla sicurezza per studiare la strategia a breve, medio e lungo termine. La situazione di piazza Stazione va affrontata subito.

È la Lega a dettare la linea.

Se io sono qui è perché Filippo Maturi mi ha chiesto di candidarmi; la Lega ha ovviamente un peso importante nella coalizione. Ma il programma è condiviso da tutti.

Rapporti con la Svp?

Non ho rapporti con la Svp, ma con persone della Svp che condividono il mio programma.

Sorpreso dall’uscita di Kompatscher a favore di Caramaschi?

Lo considero di buon auspicio, perché a suo tempo si era speso per l’ex sindaca di Laives Liliana Di Fede.

Fratelli d’Italia se andrà bene, potrebbe diventare un problema per ottenere l’appoggio al secondo turno della Svp?

Fratelli d’Italia non è il Msi degli anni ’80: da parte di tutti c’è l’accettazione dell’ autonomia.

Come immagina la sua giunta?

Per me terrò la delega sullo sport. Voglio riunire intorno a un tavolo tutte le associazioni per fare una valutazione degli impianti e ottimizzarne l’uso; metterne in cantiere di nuovi.

Nuovi impianti significa spendere, magari indebitarsi.

Debito non è una parolaccia. Un’azienda che non faccia debiti, non cresce.

Se non si riuscirà a formare una maggioranza e arriverà il commissario, si ricandiderà?

La nostra coalizione si ripresenterà compatta e io sarò di nuovo il candidato sindaco.

Areale fs?

È pericoloso mettere tutto nelle mani di un grande investitore, ma ormai temo che non si possa più intervenire. Del resto le mie stesse preoccupazioni le aveva l’ex vicesindaco che si è dimesso.















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