Voucher, controlli Inps nei negozi sotto i Portici

Il direttore Warasin: «Verificheremo l’esistenza di eventuali abusi» Il team è composto da 12 ispettori «impegnati in verifiche quotidiane»


di Massimiliano Bona


BOLZANO. La vicenda del contratto-voucher (un inquadramento lavorativo inesistente) – con tanto di cartello esposto da un negozio sotto i Portici che intendeva assumere una nuova commessa – non ha attirato l’interesse solamente dei sindacati, ma anche dell’Inps. È di ieri la presa di posizione del direttore Helmuth Warasin, che non appena riceverà la segnalazione della Cgil si è detto pronto ad inviare uno dei suoi ispettori. «Non conosco la vicenda nel dettaglio - ha sottolineato ieri Warasin - ma è evidente che a fronte di una segnalazione dei sindacati sarà nostra premura andare a fondo e fare controlli mirati».

L’Inps, in provincia di Bolzano, ha dodici ispettori in servizio, che sono impegnati «in controlli quotidiani, per smascherare eventuali abusi».

Se dai controlli dovessero emergere gravi irregolarità alle commesse «potrebbero essere riconosciuti anche i contributi, tipici del lavoro dipendente». Warasin sottolinea inoltre che la trovata del contratto-voucher, utilizzata dalla catena che vende prodotti per bambini sotto i Portici, non può definirsi affatto felice. «Semplicemente il voucher non è un contratto, ma una prestazione di lavoro».

Sbaglia, pertanto, chi cerca di spacciarla per un rapporto di lavoro di natura contrattuale, cercando probabilmente, di ingannare chi non conosce la normativa in materia . Toccherà agli ispettori, pertanto, cercare di capire se i voucher vengano utilizzati correttamente tanto dagli esercenti sotto i Portici quanto dalle catene che hanno punti vendita nei megastore cittadini.

Per gli stessi sindacati sono in ogni caso troppi i commercianti ad abusare di questa formula che penalizza (non poco) il lavoratore dal punto di vista contributivo.

«Come è noto - sottolinea Toni Serafini, segretario provinciale della Uil - negli ultimi anni, la politica e il legislatore hanno prodotto norme che più o meno gradualmente hanno allargato la legittimazione nell'uso del voucher sia dal punto di vista del beneficiario che del committente. I numeri sono chiari ed emblematici sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Attraverso la riforma del 2012 (Governo Monti, Ministro Fornero) è stato superato il concetto di occasionalità ed accessorietà delle prestazioni, collegando così la nozione di lavoro accessorio unicamente al riferimento del compenso annuale in capo al lavoratore: questo ha dato la possibilità di utilizzarlo tutti i giorni, in maniera continuativa».

Serafini critica fortemente la normativa in materia.

«La stravagante normativa sul lavoro accessorio prevede che il prestatore di lavoro, indipendentemente dal numero dei committenti per cui lavora, non possa superare un compenso annuale di 7 mila euro, mentre il singolo committente potrebbe avere tutta la forza lavoro con voucher senza avere alcun tetto annuo. E non stiamo parlando di un committente ben definito (ad esempio una famiglia che si avvale di una collaboratrice domestica o di una baby sitter), poiché la normativa non mette limiti ai settori in cui si può utilizzare». I voucher, secondo Serafini, andrebbero utilizzati solamente in alcuni settori ben determinati. «Giardinaggio e pulizia, lavori domestici, manifestazioni culturali e sportive e agricoltura».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità