EGNA

Zanzara tigre a Egna, previste multe a chi sgarra

Il sindaco Pichler ha emesso un’ordinanza con un decalogo da seguire «Il parco di Laghetti è a rischio: per difenderci serve il buon senso di tutti»


di Massimiliano Bona


EGNA. A Egna e Laghetti è arrivata l’ordinanza anti-zanzara tigre. E chi sgarra deve mettere in conto multe salate. A firmarla è stato il sindaco Horst Pichler, che ne fa anche una questione sanitaria e di buon senso. «Non sarà facile sorprendere qualcuno che abbandona bottiglie, sottovasi o copertoni dove poi si raccoglie l’acqua piovana e prolifera la zanzara tigre. Lo stesso discorso vale per gli abbeveratoi per gli animali domestici o gli annaffiatoi. Ma il principio dell’ordinanza è quello di rendere obbligatoria la copertura con zanzariere o teli impermeabili di tutti gli oggetti dove è possibile il ristagno d’acqua». Il problema è acuto soprattutto in alcune zone del Comune, come il parco giochi di Laghetti, che lo scorso anno fu chiuso per diversi giorni per poter consentire una disinfestazione completa, a beneficio dei molti ragazzini della zona. La scorsa estate si fece sentire anche il Vke. L’ordinanza contiene una sorta di decalogo da seguire scrupolosamente. Negli stagni «devono essere introdotti pesci larvivori (pesci rossi, gambusia ecc.) o in alternativa si deve provvedere autonomamente a disinfestazioni periodiche dei focolai larvali, facendo uso di idonei presidi medico-chirurgici». Allo stesso modo le caditoie dei tombini «devono essere ispezionate, pulite e trattate in base alla periodicità dei principi attivi impiegati». Gli orti vanno annaffiati con la pompa o con contenitori da riempire di volta in volta «e da svuotare sempre dopo l’uso».

Nei cimiteri i vasi portafiori vanno riempiti con sabbia umida. Previsto perfino lo svuotamentro periodico - ogni cinque giorni - delle acquasantiere. I pneumatici devono essere coperti con appositi teli «ben tesi, per evitare ristagni». Nell’ordinanza si parla anche dei prodotti da usare. I trattamenti a base di bacillus thuringensis o Diflubenzuron vanno ripetuti entro due giorni da qualsiasi precipitazione. Il sindaco ha allertato vigili urbani, giardineria e Asb (servizio igiene e sanità pubblica). «Punteremo sull’informazione e sulla sensibilizzazione, ma faremo grande attenzione a chi si disinteressa del problema. Non possiamo sottovalutarlo, anche per evitare che diventi un problema sanitario come in Pianura padana».

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