Zeller: prima del voto dobbiamo chiudere su toponimi e A22

Il senatore illustra le richieste della Svp al governo Gentiloni L’addio alla politica: «Io vado, ma Bressa non può lasciare»


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La lista delle richieste è fissata dal 2013, data della prima firma del patto tra Svp e Pd nazionale per le elezioni politiche. Sono cambiati i presidenti del Consiglio, ma l’elenco è rimasto, assottigliendosi via via che i risultati venivano incassati. La Svp si prepara agli ultimi mesi di legislatura: nuovo premier Paolo Gentiloni e Gruppo per le autonomie più forte nelle trattative, grazie a 19 senatori diventati essenziali per la maggioranza (in assenza dei verdiniani). Così il capogruppo al Senato Karl Zeller, deciso a non ricandidarsi.

Senatore Zeller, quali sono i vostri obiettivi con il governo Gentiloni?

«La norma di attuazione con la delega sull’amministrazione della giustizia dovrebbe essere licenziata in una delle prossime sedute del Consiglio dei ministri. È l’ultima grande norma di attuazione pronta. L’altra importante, quella sulle agenzie fiscali, e altre minori vanno invece ancora predisposte. Non so se ci sarà il tempo».

E la norma di attuazione sulla toponomastica?

«Ne ho appena parlato con il senatore Francesco Palermo come presidente della Commissione dei Sei: è d’accordo con me che va chiusa. È istruita, ma naturalmente è un tema più delicato. Contiamo di farcela».

Altri dossier chiave dei prossimi mesi?

«Il rinnovo della concessione dell’A22. Firmato il protocollo di intesa, non servono ulteriori atti normativi. A questo punto manca solo la firma del ministro Delrio, il cui presupposto è che i soci privati escano dall’A22. Anche se dovesse cambiare il governo, l’iter è talmente radicato che non dovrebbero esserci problemi».

Altro?

«Se riusciremo a fare tutto ciò, potremo essere veramente molto, molto soddisfatti.Non è mai accaduto che si ottenesse tanto in meno di una legislatura».

Quanto tempo dà al governo Gentiloni.

«Sei mesi, un anno».

Tra le vostre richieste c’è anche la conservazione dei collegi uninominali per la Camera previsti per il Trentino Alto Adige nell’Italicum, che verrà modificato.

«Dobbiamo solo ottenere che non venga cambiato quel meccanismo. Tra l’altro si torna a parlare di Mattarellum a livello nazionale e noi siamo già lì.... Avere un sistema elettorale uniforme per la Camera e il Senato nella nostra regione, al riparo da contestazioni della Corte costituzionale è stato uno dei capolavori politici del sottosegretario Bressa».

A proposito di Bressa...

«Deve restare assolutamente, deve ricandidarsi, anche se non vuole. È troppo importante per il nostro territorio. Noi siamo sostituibili più facilmente di Bressa».

Lo vede bene nel collegio del Senato Bolzano-Bassa Atesina?

«Prima di decidere il collegio, serve che si convinca».

Lei invece, raggiunto il limite dei mandati previsto dalla Svp, si ritira. O arriverà un congresso a sorpresa per modificare lo statuto del partito?

«Ho detto che torno al mio studio di avvocato e così farò. Non c’è una trattativa. Lascio a testa alta».

Da giorni vengono rinviate le nomine dei sottosegretari. Nel gioco delle caselle rischia di saltare la conferma di Bressa?

«Con 19 senatori la considererei una dichiarazione di guerra. In politica possono esserci sorprese, ma con me poche...».

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