Animali morti e odori, c’è l’inchiesta 

Trovati bovini in mezzo al letame, in condizioni orribili. Il contadino dovrà rispondere di maltrattamenti


di Luca Masiello


VIPITENO. Doveva essere un controllo di routine, uno dei tanti che in Alto Adige si effettuano per verificare lo stato delle stalle e quindi degli animali che vi vivono, un bene prezioso per il mondo dell’agricoltura. Ma già quando il veterinario ha dovuto richiedere l’aiuto dei vigili del fuoco per aprire la porta della stalla il presentimento che al suo interno vi fosse qualcosa di irregolare era piuttosto forte. In realtà più che ad un’irregolarità lo scenario che gli si è offerto ai suoi occhi era paragonabile ad un vero inferno: un cimitero di cadaveri di mucche, almeno una ventina di bovini morti e sommersi dal letame. I rilievi dei carabinieri di Vipiteno hanno portato la Procura ad aprire un’inchiesta per maltrattamento di animali a carico del titolare di un maso della zona di Prati di Vizze, e al di là dei risvolti giudiziari che potrebbero portare non pochi problemi al contadino, la storia emersa fra le campagne dell’idilliaca Alta Valle Isarco ha dell’incredibile.

Venerdì scorso il veterinario si era recato nel maso per effettuare un sopralluogo, ma non era riuscito ad aprire la stalla, e a quanto pare l’odore che vi usciva era talmente forte che aveva sospettato che le condizioni igieniche in cui vivevano gli animali non fossero decisamente in regola con le norme. Così, con l’ausilio dei pompieri e dei carabinieri, immediatamente chiamati sul posto, le porte sono state aperte e all’interno della struttura si è rivelato l’incubo: ammassati a casaccio in una montagna di letame giacevano i venti bovini, una parte dei quali in base ai primi rilievi dovrebbero essere morti di stenti; in questa sorta di fossa comune solo altri otto animali sono fortunatamente riusciti a sopravvivere, nonostante vivessero in una melma di sterco e fango alta oltre un metro fra le carcasse del resto del bestiame morto. Questi sono stati portati in salvo e, non senza difficoltà, sono stati curati e nutriti. Ora le autorità sono al lavoro per scoprire se sotto la fanghiglia ci possano essere altri animali morti; secondo quanto è emerso, il contadino possedeva in totale una trentina di animali, e da qualche anno aveva smesso di utilizzarli per la produzione del latte. Ora il caso è in mano agli investigatori, che tenteranno di comprendere i motivi che hanno portato a questa situazione e metteranno il proprietario dinanzi alle proprie responsabilità.













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