Bimba disabile, il caso è diventato nazionale 

La storia della piccola afflitta da gravi malformazioni a breve sulle reti Rai La famiglia ha sporto denuncia, il legale: «Dall’Asl oltre un anno di silenzio» 


di Luca Masiello


BRESSANONE. Si accendono i riflettori sul caso della bambina nata disabile a Bressanone e sulla denuncia della famiglia (che vive in provincia di Napoli) nei confronti dell’Azienda sanitaria: l’avvocato che segue il caso, Bruno Sgromo di Roma, è stato contattato dalla Rai per portare la vicenda in una trasmissione televisiva nazionale. Non è la prima volta che il legale specializzato in malasanità appare in veste di consulente: sul sito internet dello studio www.risarcimentomalasanità.legal si possono vedere i video delle interviste rilasciate su altri casi nel corso di trasmissioni quali “La vita in diretta”, “Uno mattina” o “Storie italiane”.

“Non possiamo ancora dire a quale trasmissione parteciperemo, ma la famiglia si è dimostrata disponibile a raccontare la vicenda dinanzi alle telecamere – spiega l’avvocato Sgromo – spero che l’attenzione mediatica che ci stanno riservando possa servire ad accelerare i tempi, visto che il caso procede a rilento”.

Una lentezza che preoccupa il legale romano e i suoi assistiti e che sembra non trovare soluzione: “La famiglia si è rivolta al nostro studio quando la piccola aveva già quattro anni, nel luglio del 2016, e subito ci siamo messi in moto – spiega – ci avevano richiesto una perizia di parte, e quando il medico legale ha terminato il suo studio abbiamo immediatamente fornito il documento. Era il dicembre del 2016”. Da quel momento, però, da parte della società che cura la pratica per l’Azienda sanitaria è calato il silenzio. “Fino allo scorso febbraio – prosegue Sgromo – quando il collega di Bolzano ha risposto a una nostra mail in cui ci ha comunicato che la Medicina legale stava analizzando il caso. Alla fine di febbraio, dunque a quasi due anni dalla nostra prima comunicazione, ci è arrivata la richiesta di far visitare la bambina a Bolzano, comunicandoci che si sarebbero anche fatti carico delle spese di viaggio ed eventualmente del pernottamento. Abbiamo risposto che la piccola non si può muovere, e che è assurdo che una struttura tale possa pagare le spese di viaggio ma che non sia capace di inviare un medico di fiducia in provincia di Napoli. E da quel momento in poi non abbiamo avuto altre risposte”.

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