Il caso

Bressanone, troppa puzza: rimossa l’installazione con i rifiuti

Al Festival acqua e luce in città «Muro invisibile» di Kuno Prey era in vicolo Santa Croce. Con 6,4 tonnellate di scarti di plastica, secondo i residenti emanava cattivi odori e attirava insetti 


Fabio De Villa


BRESSANONE. L’obiettivo dell’installazione era quello di far riflettere i visitatori sui rifiuti che vengono accumulati in pochi giorni in una città come Bressanone. Era questa la finalità dell’installazione artistica realizzata e presentata al Water Light festival - Il festival dell’acqua e della luce da Kuno Prey e intitolata “Muro invisibile”.

L’effetto però è stato un altro e di fatto l’opera è stata soprattutto contestata dai brissinesi, per via del fetore che emanava, che emanavano i rifiuti da cui era appunto composta. E polemiche e relative proteste hanno innescato una situazione che alla fine ha costretto gli organizzatori del festival a rimuovere l’opera dalla sua collocazione in vicolo Santa Croce, dove di fatto è rimasta per poco meno di due settimane.

In conformità con il suo titolo, l’installazione ha la forma di un muro del peso di 6,4 tonnellate che rappresenta i rifiuti plastici raccolti nel distretto di Bressanone nell’arco di circa 8 giorni.

“Abbiamo fortemente voluto questa installazione per rappresentare una sorta di provocazione fra i nostri concittadini - ha spiegato il direttore della Bressanone Turismo, organizzatrice del festival, Werner Zanotti - Provocazione che è servita a far riflettere tutti sulla questione dei rifiuti che riguarda da vicino la nostra cittadina. Purtroppo abbiamo sottovalutato le conseguenza di questa installazione, in quanto tutta l’immondizia di plastica che è servita per la creazione di questa opera ha creato un cattivo odore, attirando moltissimi insetti”.

Come conseguenza, come detto, sono arrivate numerose lamentele da diversi cittadini che abitano in zona e che hanno chiesto un intervento per eliminare il problema, che con l’innalzamento delle temperature di questi giorni si è ulteriormente aggravato.

Rimossa l’opera, al suo posto sono state posizionate delle balle di fieno con un cartello per spiegare il perché di questa scelta e le conseguenze dell’immondizia nella nostra vita quotidiana.

“Gran parte della plastica prodotta nel mondo finisce purtroppo nei corsi d’acqua e nel mare dove il movimento delle onde e la luce solare la sbriciolano e la frammentano – ribadisce Zanotti – Questi residui in forma di microplastica entrano nella catena alimentare con conseguenze imprevedibili per gli esseri umani e gli animali. Tanto per fare chiarezza, queste microplastiche sono state trovate anche sui nostri ghiacciai.

Purtroppo, questo “muro” che ci circonda è invisibile, come dice il titolo dell’opera, impercettibile, subdolo e sta cambiando per sempre la nostra esistenza.

La plastica è un materiale molto prezioso. Piatti, imballaggi, sacchetti, cannucce, pellicole per alimenti e molti altri prodotti di plastica rappresentano, nella nostra società, progresso e comodità. Ma non è sufficiente portare la plastica nei centri di raccolta, dobbiamo urgentemente limitarne l’uso e utilizzarla in modo responsabile”.













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