Crolla il tetto del palaghiaccio

Vipiteno. Le sette di mattina. Da piazza Riedmann si leva il frastuono del legno, dell’acciaio, del vetro, dei mattoni contro gli spalti e la pista del palaghiaccio. In un’aurora bluastra di febbraio...


Sara Martinello


Vipiteno. Le sette di mattina. Da piazza Riedmann si leva il frastuono del legno, dell’acciaio, del vetro, dei mattoni contro gli spalti e la pista del palaghiaccio. In un’aurora bluastra di febbraio detriti si mischiano alla neve, sotto la neve, il gigante della “Weihenstephan Arena” si accartoccia nel crollo che terrà tecnici e vigili del fuoco impegnati per l’intera giornata, a indagare se la causa siano le precipitazioni gelate sul tetto. Con la sola e più importante speranza: che al momento del crollo della copertura, nel palaghiaccio non ci fosse nessuno.

Il crollo del tetto.

Sono le 7.17 quando la copertura del palazzetto dove le squadre di hockey, broomball e curling dell’alta valle Isarco precipita al suolo abbattendosi su una pista da 1800 metri quadri e sui 1500 seggiolini sugli spalti. Un passante chiama la centrale delle emergenze. Accorrono i vigili del fuoco, le forze dell’ordine, sindaco e vicesindaco. La prima cosa di cui assicurarsi è che non ci siano vittime: a un primo sopralluogo sembra così, ma Peter Volgger, il sindaco, nell’intervista all’Alto Adige alle 10 è ancora cauto. Fortunatamente l’addetta alle pulizie ha svolto le proprie mansioni la sera prima, senza quindi correre il rischio di divenire vittima del cedimento. I pompieri del corpo permanente di Bolzano ispezioneranno l’areale per ore alla ricerca di persone eventualmente rimaste sotto le macerie. Nel frattempo, già in mattinata i carabinieri in mattinata sottopongono l’impianto a sequestro probatorio. La Procura apre un’inchiesta sulle cause e sulle responsabilità dell’incidente. Tra le ipotesi di reato c’è anche quella di disastro colposo.

I controlli sulla struttura.

Costruito nel 1994, il palaghiaccio è un impianto comunale la cui gestione è affidata alla società sportiva di Vipiteno. Gli interventi di manutenzione sono in capo al Comune. Tra gli ultimi c’è la fornitura di nuove lampade affidata lo scorso novembre. Il Comune ha in mano il collaudo statico del tetto fatto l’11 dicembre 2019, con esito positivo. «Terminata la costruzione, ogni struttura è soggetta a collaudo statico – spiega Giorgio Rossi, presidente dell’Ordine degli ingegneri della provincia di Bolzano – in base alla legge 1086 del 1971. Il decreto del presidente della giunta provinciale del 2007 invece impone la verifica decennale degli elementi strutturali degli edifici caratterizzati da particolare impegno statico, sia pubblici sia privati. Il grado di approfondimento della verifica dipende anche dall’epoca di costruzione, perché esistono costruzioni ante 1971 per le quali manca la documentazione. Per quelle successive, per le quali i documenti di progetto, le certificazioni dei materiali e il collaudo sono depositati in Provincia, la valutazione è innanzitutto documentale e visiva, eventualmente approfondita con verifiche statiche, rilievi e prove di carico, a seconda del responso dato dall’ispezione visiva, dall’esaustività della documentazione e dalla tipologia dell’opera».

L’ufficio tecnico comunale teneva sotto controllo le condizioni della neve, monitorandone il peso (a fine gennaio l’ultimo controllo), e proprio in base ai dati aveva escluso la necessità di uno sgombero della neve dal tetto. Sentiti i vigili del fuoco, l’amministrazione fa sapere che altre coperture presentano il rischio di marcescenza del legno o di caduta di cumuli di neve bagnata. A Vipiteno ci sono circa 30-40 centimetri di neve accumulata: come segnala il meteorologo Dieter Peterlin, quest’inverno le precipitazioni sono pari a 285 litri per metro quadrato, tre volte la media e appena sotto il record di 317 dell’inverno 1951.

Il ruolo della neve.

La copertura del palaghiaccio è sostenuta da una serie di capriate in acciaio con luce di 47,7 metri ciascuna. Coperture di questo tipo sono progettate per sostenere in sicurezza sia il loro peso proprio sia il carico accidentale dovuto a neve. Nel progetto e nel collaudo bisogna rifarsi a disposizioni per carico da neve cambiate nel tempo: per la prima volta furono indicate in una circolare del 1978, confermate in un decreto ministeriale del 1982; queste disposizioni rimasero in vigore fino al decreto ministeriale del 16 gennaio 1996, quando i carichi da neve furono aumentati. Nel 2008 il varo di nuove norme tecniche con carichi leggermente diminuiti, norme aggiornate nel 2018 ma non per quanto riguarda questa specifica voce. Ma un cedimento può dipendere soltanto dal carico nevoso? Così l’ingegner Rossi: «Generalmente una sola causa non è sufficiente a un evento di collasso, perché ci sono coefficienti di sicurezza sia sui materiali, sia sui carichi. Pertanto in genere un cedimento delle strutture è determinato da una somma di eventi negativi».













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