Furto simulato di occhiali Le prove sono schiaccianti 

La Procura ha inviato al titolare della WooDone l’avviso di chiusura delle indagini A gennaio Thomas Oberegger aveva denunciato la sparizione di 5mila montature



BRESSANONE. WooDone, chiusa l’inchiesta per simulazione di reato nei confronti di Thomas Oberegger (nella foto piccola, a destra), titolare dell’azienda. Lo scorso gennaio, il clamoroso colpo messo a segno alla fabbrica di montature in legno per occhiali “WooDone” di Varna, nella notte tra il 12 e il 13, aveva fatto parecchio scalpore. I ladri, infatti, avevano approfittato dal varco creatosi in una vetrata dello showroom, sfondata qualche giorno prima da un automobilista ubriaco, si erano introdotti nella locale e se n’erano andati con un’intera collezione di preziose montature pronte per la vendita, quasi cinque mila pezzi per un valore di 300 mila euro. Così, sembrava all’inizio almeno. Sì, perché gli investigatori avevano fiutato puzza di bruciato, anche perché si era trattato del terzo furto nel giro di quattro anni. Si chiedevano perché il titolare dell’azienda aveva voluto tenere ancora migliaia di pezzi di così alto valore in negozio se quello, dopo i danni provocati dalla vettura qualche giorno prima, era il posto meno sicuro, protetto solo da un pannello provvisorio. Non solo. Uno dei punti da chiarire era legato proprio alla particolarità delle montature “rubate”: per i ladri, infatti, sarebbe stato molto difficile piazzarle sul mercato perché erano tutte marchiate con incisioni al laser dal produttore e solo pochi ottici specializzati sarebbero stati in grado di montarvi le lenti. Naturale chiedersi, quindi, se c’era davvero un motivo valido per mettere a segno un colpo simile. E così, per dare risposte plausibili a quei quesiti, dopo verifiche e sopralluoghi, i carabinieri della compagnia di Bressanone, guidati dal capitano Christian Spagnuolo, avevano chiesto e ottenuto dalla Procura di Bolzano l’autorizzazione ad eseguire una perquisizione nei locali dell’azienda, a Varna. E il fiuto dei carabinieri s’era rivelato infallibile perché i militari dell’Arma, quelle migliaia di montature di cui era stato denunciato il furto, le avevano trovate ben nascoste all’interno della fabbrica. Gli occhiali, a quel punto, erano stati subito posti sequestro dai carabinieri e messi a disposizione della magistratura iscrivendo nel registro delle notizie di reato. Magistratura che nei giorni, scorsi, a sei mesi dall’apertura dell’indagine - e quindi nel rispetto dei termini di legge - ha chiuso le indagini preliminari. L’avviso di conclusione delle indagini è stato notificato all’indagato, che insieme al suo difensore potrà prendere visione della documentazione relativa alle indagini, depositata presso la segreteria del pubblico ministero. La notizia del clamoroso furto aveva suscitato grande scalpore a Bressanone e in tutto l’Alto Adige, perché Thomas Oberegger è imprenditore molto conosciuto. Ovvio che, per lo stesso motivo, un clamore ancora più grande lo aveva sollevato la notizia che, in realtà, quel furto non era mai stato messo a segno e che le migliaia di preziosi occhiali non erano state portate via, ma semplicemente spostate di pochi metri, all’interno della stessa azienda.













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