Il Comune studia 4 ipotesi per salvare ponte Widmann 

Una struttura da risanare. Lo storico viadotto cade a pezzi e richiede interventi urgenti: sul tavolo progetti di restauro, ricostruzione, consolidamento e realizzazione di un secondo ponte 


Fabio De Villa


Bressanone. Sono quattro le soluzioni pensate per dare un futuro al ponte Widmann, dal restauro alla ricostruzione, dal consolidamento alla realizzazione di un nuovo ponte. E, come dice l’ingegner, Alexander Gruber, dirigente del Comune di Bressanone, si potrebbe procedere con un concorso di progettazione in collaborazione fra Comune e Soprintendenza alle Belle Arti. Di certo, bisogna intervenire, perché lo storico ponte in ferro alla confluenza tra Rienza e Isarco, risalente al 1882, si sta deteriorando e perde letteralmente dei pezzi, come documentato nei giorni scorsi in un servizio su questo giornale.

“Abbiamo fatto le dovute valutazioni e siamo arrivati alla conclusione che si potrebbero percorrere quattro strade: la prima soluzione – spiega Gruber – punta a un restauro generale, lasciando invariata la struttura e con l’installazione di due nuove passerelle pedociclabili. Uno dei problemi maggiori del ponte, infatti, è rappresentato proprio dalle passerelle laterali, che sono state aggiunte in seguito e che, nell’arco degli anni, hanno peggiorato il deflusso delle acque piovane, accelerando così il degrado della struttura. E la manutenzione di un ponte simile, con componenti di oltre 130 anni fa, ha i suoi problemi e ci obbliga a investimenti continui. Con la seconda soluzione, invece, si lascia ponte Widmann così com’è e ci si costruisce accanto un nuovo ponte stradale per permettere così un migliore collegamento viario, ma con un maggiore impatto visivo e ambientale. Un’altra soluzione è quella di demolire completamente la vecchia struttura per costruirne una completamente nuova. In questo caso, si potrebbe pensare di organizzare un concorso di progettazione dedicato. Infine, c’è l’intervento di consolidamento del ponte attuale, lasciando i grandi archi laterali in ferro a vista e rifacendo invece tutta la sezione stradale per evitare di avere problemi in futuro con le infiltrazioni”.

“Sono soluzioni – continua Gruber - che comporterebbero costi stimabili fra i 2 e gli 8 milioni di euro. Un restauro parziale, come fatto per Ponte Aquila, non lo giudico invece praticabile o comunque, sulla base dell’esperienza, potrebbe non essere risolutivo. Si dovrebbe smontare e sostituire le parti corrose e deteriorate, con un costo assai più elevato di quello affrontato per ponte Aquila. Solo nelle prossime settimane potremo avere un quadro più completo della situazione, una volta che ci saremo confrontati con il gruppo di Tutela delle Belle Arti”.















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