Ponte Widmann perde i pezzi, urge il restauro 

L’allarme. Parti in metallo, deteriorate e arrugginite, si sono staccate cadendo in acqua o restando penzolanti sopra la corrente Il Comune studia l’intervento, tra manutenzione e ricostruzione ex novo


Fabio De Villa


bressanone. Ponte Widmann cade letteralmente a pezzi. Nei giorni scorsi, alcuni passanti hanno assistito al distacco di parti metalliche dalla base della struttura risalente al 1882, alla confluenza tra Rienza e Isarco. Alcune sono finite in acqua, altre, arrugginite, sono rimaste a penzoloni. Immediata la segnalazione al Comune di Bressanone e l’assessore competente Thomas Schraffl ha annunciato sopralluogo e verifiche con l’ingegner Alexander Gruber.

“Gli incontri previsti con la Soprintendenza alle Belle Arti per valutare la situazione di Ponte Widmann purtroppo sono saltati negli ultimi mesi nel quadro dell’emergenza Covid– spiega l’assessore – Avremmo dovuto discutere di come intervenire sulla struttura, che, è vero, si sta deteriorando. Dobbiamo trovare quanto prima una soluzione. Da una parte - precisa Schraffl - c’è chi vorrebbe ripristinare la storica struttura restaurandola completamente, dall’altra parte, invece, c’è chi vorrebbe un ponte completamente nuovo per non dover ricorrere nuovamente a restauri a breve/medio termine, come accaduto per ponte Aquila anni fa. Infatti, noi, come amministrazione comunale, non siamo nuovi a questo genere di interventi e quando abbiamo dovuto mettere mano al vicino ponte Aquila, che come struttura, tipologia e storia è paragonabile a ponte Widmann, abbiamo valutato i pro e i contro dell’intervento”.

I due ponti risalgono alla fine del’Ottocento, hanno insomma superato i 130 anni di vita e ha sopportato per lungo tempo il passaggio di auto, camion e persone. Poi nel 2019 c’è stato l’incidente con la betoniera rimasta incagliata sul ponte, l’episodio che ha dato una svolta alla storia di ponte Widmann e ha costretto il Comune alla sua chiusura ai mezzi pesanti e ai veicoli. Il ponte è aperto solo a pedoni e ciclisti. “La situazione però - riprende l’assessore - sta degenerando e le paratie in ferro stanno marcendo e cadendo a pezzi. Ci auguriamo di poterci riunire con la commissione delle Belle Arti almeno entro febbraio e valutare una volta per tutte quale è la soluzione che può andare bene a tutti, in quanto si parla di progetti molto differenti fra loro, anche nei costi, che spaziano dai 2 agli 8 milioni di euro circa. Non si tratta infatti di una struttura che si può facilmente riparare e i costi per un restauro sarebbero sono comunque molto elevati. Purtroppo - conclude Schraffl - come ci era stato segnalato all’epoca dell’incidente nel 2019 con la betoniera, la struttura del ponte è messa peggio di quanto si pensava”.















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