Salvo il bosco ripariale a Bressanone

Bressanone. Il bosco ripariale in zona industriale a Bressanone sembra salvo. Il rischio di abbattimento, paventato da varie associazioni ambientaliste, è stato scongiurato dal dibattito che ha...



Bressanone. Il bosco ripariale in zona industriale a Bressanone sembra salvo. Il rischio di abbattimento, paventato da varie associazioni ambientaliste, è stato scongiurato dal dibattito che ha animato la seduta del consiglio provinciale di martedì scorso.

L’assessora Maria Hochgruber Kuenzer ha spiegato che la giunta sa che “il bosco è un habitat prezioso e sotto tutela, nonché che esso è molto frequentato, e che non c’è alcuna richiesta di modifica del piano paesaggistico, e quindi nessun parere della commissione urbanistica”. Tanto meno, ha spiegato ancora l’assessora, “la giunta ha affrontato il discorso di un eventuale disboscamento, che andrebbe comunque approfondito in quanto alla relativa sostenibilità. La biodiversità va senz’altro rispettata”.

Nella zona industriale di Bressanone, in una zona di tutela delle acque I e II, si trova uno degli ultimi boschi ripariali della media Val d’Isarco, caratterizzato da pioppi e latifoglie e dalla presenza di nidi di airone nonché di altre specie rare di uccelli (“Ne sono state contate fino a 64”, hanno spiegato gli ambientalisti), che in caso di acqua alta viene in parte coperto. La questione è stata portata all’attenzione del consiglio provinciale da Peter Faistnauer (Team Köllensperger), che ha segnalato il pericolo (o comunque le ipotesi circolate negli ultimi tempi e relative a un possibile pericolo di disboscamento) chiedendo alla giunta “se è consapevole del valore di questo “gioiello naturale”, come giustifica un eventuale disboscamento ripariale nella zona della media Val d’Isarco, come questa si concili con il concetto di sostenibilità, quello di Klimaland, la conservazione della biodiversità, che dovrebbero essere una priorità di ogni Dipartimento, e infine come sia stato possibile autorizzare un simile disboscamento espressamente vietato dalla legge provinciale sulla natura 6/2010 (articolo 16)”. Il consigliere Faistnauer aveva anche evidenziato anche la necessità di coinvolgere la popolazione in decisioni di questo tipo, evitando di calarle dall’alto.













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