LA TRAGEDIA

Verdignes stretta nel lutto per Manuel 

Incredulità e dolore nella piccola comunità che piange il 17enne morto in una caduta nei boschi con la sua moto da trial 


di Luca Masiello


CHIUSA. Il rombo delle turbine dell’elicottero ha squarciato la quiete del paesino, avvolgendo nel buio più totale quell’imbrunire di una radiosa giornata di primavera; per quei pochi che non avevano avvertito la sirena dei vigili del fuoco come un vero allarme, l’allontanarsi dell’elisoccorso con il verricello appeso è stata la triste conferma che qualcosa di veramente brutto era accaduto.

Il giorno dopo la tragedia che ha colpito Manuel Unterthiner, l’apprendista falegname di 17 anni morto sul colpo dopo una discesa con la sua moto da trial lungo il sentiero Birmehl poco sopra Chiusa, nella frazione di Verdignes regna un silenzio attonito. In mattinata i suoi quattrocento e passa abitanti sono stretti nel lutto, tutti assieme, con gli occhi umidi dalle lacrime e gli occhiali scuri a nascondere la notte insonne. Perché nei paesi è così, ci si conosce tutti, come fosse un’unica grande famiglia, e Manuel non era certo un estraneo, anzi. C’è l’asilo e la scuola elementare, un bar con un piccolo supermercato, due ristoranti e anche un centro giovani, a Verdignes; un paesino che fa parte del comune di Chiusa, ma che si raggiunge in macchina superando di un paio di chilometri in salita Velturno; sorge su una collinetta rocciosa baciata dal sole, bisogna sapere dove si trova, per raggiungerlo, l’impressione è che sia un posto a sé, quasi isolato, ed è anche forse per questo che la sua comunità è davvero unita.

Manuel aveva una passione che accomuna tantissimi giovani del posto: la moto. Mostrava con orgoglio il suo trial, un due-tempi leggero che maneggiava con maestria, nonostante la giovane età. Ed è stato in sella a quel mezzo che la sua vita si è spenta. Approfittando della bella giornata, venerdì pomeriggio Manuel e due suoi amici avevano deciso di affrontare il sentiero Birmehl, quello che porta a Chiusa passando lungo distese di vecchi peri e poi nei boschi. Nulla di nuovo, nulla che non avessero già fatto: lui in testa, i suoi due compagni dietro; è successo tutto in un attimo, e nessuno ancora riesce a capire l’esatta dinamica dell’infortunio mortale. Forse una curva presa male, forse ha urtato un masso in mezzo al sentiero in discesa ed è stato catapultato in avanti, scaraventato nel bosco per oltre un centinaio di metri. Ciò che è certo è che il volo è stato micidiale, e l’urto gli ha fatto addirittura schizzare il casco dalla testa. Sono stati i suoi due amici a lanciare l’allarme; i tanti volontari dei vigili del fuoco della zona non hanno perso tempo, hanno richiesto l’aiuto del 118 e si sono portati per primi sul posto. Inutile ogni tentativo di rianimarlo, pare che la gravità delle lesioni interne riportate nell’impatto non abbia concesso al giovane molto tempo prima di spegnersi e il medico non ha potuto altro che constatare il suo decesso.

Una tragedia per tutti, per la famiglia, mamma, papà e un fratello di qualche anno più grande; e per la comunità, che martedì pomeriggio 10 aprile si abbraccerà per rendergli l’estremo omaggio nella chiesa di San Valentino.













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