Vigile demansionato, scontro in appello

Il risarcimento - di oltre 50 mila euro - è stato congelato in secondo grado. Il sindacato: «È un dipendente modello»


di Massimiliano Bona


BRESSANONE. Christian Gschliesser è uno dei vigili urbani, probabilmente più noti a Bressanone. Fa questo mestiere dal gennaio 2002 e i rapporti con l’amministrazione e il vecchio comandante sono sempre stati caratterizzati da correttezza e rispetto reciproco, pur nel rispetto dei ruoli. Le cose pare siano precipitate per un diverbio con alcuni colleghi, ed in particolare con il vice comandante. Gschliesser, da un giorno all’altro, non è più stato trattato con i guanti. Gli è stata tolta la pistola d’ordinanza ed è stato trasferito dal servizio esterno in pattuglia in ufficio. Poco dopo il vigile urbano ha deciso di fare causa all’amministrazione. E il giudice del lavoro, in primo grado, ha riconosciuto il demansionamento condannando il Comune ad un risarcimento di oltre 50 mila euro. L’amministrazione - difesa dall’avvocato Nicola De Nigro - ha presentato ricorso in appello perché ritiene sia «piena discrezionalità del comando» destinare un proprio dipendente al tipo di lavoro a lui più adatto. Nei giorni scorsi i giudici hanno concesso la sospensiva e il Comune, almeno per ora, non dovrà pagare il risarcimento.

Andreas Unterkircher, presidente provinciale del sindacato Ago, che ha seguito il caso nell’ultimo anno, ritiene che l’amministrazione abbia avuto la mano pesante con un suo dipendente modello. «Anche quando è stato trasferito in ufficio ha sbrigato, con profitto, una montagna di pratiche. Inizialmente gli era stata tolta la pistola perché non aveva superato l’esame, cosa che ha fatto poi in un secondo tempo. Dall’aprile scorso è tornato ad uscire con la pattuglia. C’è una cosa, invece, che ci lascia perplessi: il Comune, proprio in questi giorni, ha disposto una seconda visita medica a suo carico sebbene fosse stato dichiarato idoneo nell’ottobre 2016. Non credo che Gschliesser possa essere punito per un diverbio con un collega. C’è chi, fra i suoi superiori, in passato lo ha rimproverato a più riprese in pubblico, come documentano le prove fornite in primo grado. Mi auguro davvero che il giudizio, in secondo grado, venga confermato». Il sindaco Peter Brunner, da parte sua, sottolinea che all’orizzonte non ci sono punizioni in vista per nessuno. «Vogliamo semplicemente ribadire che il comando dei vigili deve avere la facoltà di destinare i suoi uomini ai compiti che ritiene più opportuni. Lavorare in ufficio non è certo un demansionamento, a nostro modo di vedere, anche se il vigile in questione in passato usciva in pattuglia. Di sicuro non ci sono punizioni o allontanamenti in vista per nessuno. Riteniamo, peraltro, che non ci siano i presupposti per erogare un risarcimento di questa entità».

©RIPRODUZIONE RISERVATA













Altre notizie

Attualità