sanità

Cannabis, l’appello ai medici: «Ancora troppe resistenze»

I pazienti: «Abbiamo fatto tanta strada ma purtroppo non basta. Dobbiamo facilitare l'accesso alle terapie. I professionisti non hanno ancora imparato le modalità di prescrizione dei prodotti naturali»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «La cannabis terapeutica non è curativa ma può offrire ai malati una miglior qualità di vita rispetto ai farmaci tradizionali». Peter Grünfelder, tra i fondatori del "Cannabis Social Club" - nel giorno dell’elezione del nuovo direttivo - sintetizza gli obiettivi dell’associazione che oggi raggruppa 1.500 persone. «Abbiamo fatto tanta strada, ma non basta. Dobbiamo lavorare per facilitare l'accesso alle terapie, consigliare e aiutare i pazienti e sensibilizzare - soprattutto i medici - all'utilizzo terapeutico della cannabis. Purtroppo le resistenze sono ancora importanti».

In Alto Adige la cannabis è diventata mutuabile nel 2018, in sintesi la paga l’Asl. I circa 500 malati cronici (affetti da Alzheimer, Parkinson, malattie neurologiche in generale, patologie oncologiche, epilessia ecc.), ringraziano: «Siamo stati tra i primi d’Italia a fare questa scelta, siamo da invidiare. Grazie alla Provincia che ha scelto di aiutarci perchè la terapia, spesso a base di olio di cannabis, è costosa. Ricordiamo che i cannabinoidi possono essere prescritti anche dai medici di famiglia ma fatichiamo a trovare professionisti che ci rilasciano la ricetta. Un problema che resta importante». In associazione annuiscono.

Ma perché accade? «Perché i medici sono oberati di burocrazia e tanti non hanno ancora imparato, o non vogliono imparare perché anche questo va detto, le modalità di prescrizione dei prodotti naturali. Non ne conoscono la posologia, lo trovano argomento ostico... non si tratta di terapie standard. E in troppi non la prescrivono. La cannabis non è solo un'antica pianta medicinale ma è soprattutto una valida alternativa medica. Ma molti specialisti non sono ancora sufficientemente consapevoli dei suoi vari usi. Il vantaggio rispetto ai farmaci convenzionali risiede nella sua elevata efficacia medica e nei suoi effetti collaterali minimi - importanti in una società che sta invecchiando e in cui si può già osservare un aumento delle malattie croniche nei giovani». Non per tutta la cannabis serve la ricetta. «La cannabis cosiddetta legale, a base di Cbd, con un Thc dello 0.2 può essere venduta anche nei negozi specializzati, come quello che abbiamo in via Dante a Bolzano. Senza ricetta. Serve invece la prescrizione per la cannabis medicinale con Thc fino al 20%». Resta da capire se il prodotto sia reperibile o meno. Nelle farmacie se ne registrava una forte carenza.

L'approvvigionamento per anni non è stato sufficiente e le farmacie hanno avuto spesso fortissime difficoltà rispetto alla domanda in aumento esponenziale da parte dei malati cronici. «La situazione per fortuna è migliorata - riprende Grünfelder - ma il prodotto si fatica ancora a reperire. Da una parte sono stati fatti passi importanti nel 2022 - con l’ex sottosegretario alla salute Andrea Costa - dall’altra una delibera del 2018 dell’ex assessora Martha Stocker - comunica al Cannabis Social Club se il prodotto è disponibile o meno. E poi la rete delle farmacie ha meglio compreso come organizzarsi con gli ordini. Ma occorre fare di più».

L’associazione intanto registra un cambio al vertice. Aldo Leonardo Berti passa il testimone al nuovo presidente, il farmacista Giulio Sciacca. I membri del nuovo consiglio direttivo sono: Roberto Pittini - anestesista e terapista del dolore - Alexander Angerer - medico complementare, Margareth Nicolussi-Gummerer, ex infermiera, metodi di cure alternativi e ancora Emilio Vettori e Lucio Giudiceandrea.













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