L'INDAGINE

Cassa di Risparmio, richiesta di rinvio a giudizio per gli ex vertici

Nota della Guardia di Finanza. Numerosi piccoli risparmiatori sarebbero stati truffati in occasione dell’acquisto di azioni collegate all’aumento di capitale sociale effettuato nel 2012 



BOLZANO. Richiesta di rinvio a giudizio per quattro esponenti dei vertici della Cassa Risparmio di Bolzano in carica fino al 2014. Il presidente del consiglio di amministrazione Norbert Platter, il direttore generale Peter Lothar Schedl, il responsabile della direzione crediti e treasury Richard Maria, e il responsabile della direzione finance & controlling Sergio Lovecchio «avrebbero ingannato i risparmiatori, nascondendo loro i reali rischi che stavano correndo, comprando azioni della banca, allo scopo di rimediare ad una situazione di grave dissesto e difficoltà finanziaria che l'istituto di credito stava attraversando», lo afferma - in una nota - la Guardia di finanza.

Secondo gli investigatori, «per convincere i risparmiatori a sottoscrivere le azioni della Cassa di Risparmio e finanziare, così, l'aumento di capitale necessario a ripianare le ingenti perdite maturate negli esercizi precedenti (e non esposte in bilancio), sono stati forniti dati falsi, ostentando utili in forte crescita (+79%), in realtà inesistenti, e nascondendo, appunto, le gravi perdite subite. L'attività ingannevole ha consentito alla banca di recuperare circa 100 milioni di euro, utilizzati per l'aumento del capitale sociale effettuato nel 2012», continua la nota.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bolzano, sono state avviate a seguito di segnalazioni pervenute allo stesso ufficio giudiziario dalla Banca d'Italia e dal Centro tutela consumatori utenti. Le successive investigazioni sono state svolte dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Bolzano e dal ROS dei Carabinieri di Trento, con il contributo della stessa Banca d'Italia.

«Secondo quanto ricostruito nella fase delle indagini preliminari, la crisi della Cassa di Risparmio, riflessa nella perdita record di 231 milioni di euro, contabilizzata solamente nel 2014, era conosciuta già da alcuni anni ed era pertanto nota ai vertici della banca prima dell'avvio dell'aumento di capitale sociale del 2012», conclude la nota. 













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