Coronavirus

Covid, casi in forte aumento. «Evitate di contagiare gli altri»

Il laboratorio biologico rileva un’elevata presenza del virus nelle acque reflue: stessi livelli dell’anno scorso. L’esperto Christian Wiedermann: “Viene sottovalutata la minaccia. Consigliata la mascherina per le fasce a rischio”



BOLZANO. I casi Covid sfuggono all'ufficialità, ma gli studi del laboratorio biologico provinciale dimostrano che il virus in Alto Adige è in costante aumento. «Le ultime rilevazioni che abbiamo eseguito sulle acque reflue ci dicono che la malattia è ancora ben presente tra noi», spiega la direttrice Alberta Stenico, «Il trend sta incrementando di settimana in settimana da quest'estate, raggiungendo i livelli dello scorso inverno. Anzi, in alcuni impianti è leggermente superiore». La tendenza è in crescita in tutti e nove i depuratori presi in considerazione. I valori più alti vengono segnalati soprattutto in zone turistiche come l'Alta Pusteria e la Val Gardena. La presenza del Covid nelle acque reflue indica la quantità del virus a prescindere dal numero dei tamponi, che rimane invece molto basso, segnalando "solamente" duecento casi nell'ultima settimana in Alto Adige. Non essendoci restrizioni o quarantene di alcun tipo per chi risulta positivo, la maggior parte delle infezioni non viene segnalata all'Asl e quindi resta fuori dal monitoraggio del Ministero della Salute. A confermarlo è il coordinatore dei progetti di ricerca all'Istituto di Medicina generale di Bolzano Christian Wiedermann che ipotizza decine, se non centinaia di casi non ufficializzati.

Le mascherine

Gli esperti parlano di un picco che verrà raggiunto verso Natale, periodo dell'anno che diventa immancabilmente occasione per organizzare incontri, pranzi o cene con familiari, amici e colleghi: «Si sottovaluta la minaccia ormai. Dato l'aumento dei ricoveri in ospedale e le basse coperture vaccinali, l'uso delle mascherine per le fasce a rischio in luoghi pubblici, sugli autobus, sui treni o in luoghi scarsamente ventilati rimane di fondamentale importanza per contrastare la diffusione del Covid. E soprattutto quando ci si sente insicuri su una possibile infezione è meglio non venire a contatto con altre persone», raccomanda Wiedermann. Recarsi al lavoro nonostante sintomi chiari o anche in caso di influenza «non è una scelta saggia» spiega Christian Wiedermann, «È una questione di responsabilità individuale. I datori di lavoro dovrebbero anche motivare i dipendenti a rimanere a casa o a indossare una mascherina in caso di sintomi. Sono a favore di un approccio auto-responsabile sulla gestione dei rischi del Covid».

I sintomi

Febbre, tosse, difficoltà respiratorie, stanchezza, perdita del gusto e dell'olfatto e disturbi gastrointestinali sono i sintomi tipici causati dall'infezione. «Ma ce ne sono di nuovi», prosegue ancora Wiedermann, «come per esempio le eruzioni cutanee. Una piccola percentuale ha subito una perdita persistente dell'udito. Le cause esatte sono ancora sconosciute, ma consiglio di prestare maggiore attenzione ai primi segnali, poiché un trattamento tempestivo può ridurre il rischio». Al momento nessun allarme negli ospedali. In Alto Adige sono 60 i posti letto di area medica (su un totale di 500) occupati da pazienti con l'infezione in corso. Un'occupazione del 12%, in linea con la media nazionale. Mentre non risultano pazienti con il Covid in terapia intensiva secondo l'ultimo monitoraggio dell'Istituto Superiore di Sanità.













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