l’iniziativa

«Digitale è reale», la campagna altoatesina contro l'odio in rete

Simboli della campagna  sono visi di persone coperti per metà da un'emoticon con la stessa espressione del loro volto: un modo per suggerire che dietro il mondo digitale ci sono persone e sentimenti reali



BOLZANO. Si chiama "://DIGITALE è REALE/" la campagna di sensibilizzazione contro l'odio in rete promossa da Provincia, Consiglio provinciale e organizzazioni della società civile.

Simboli della campagna - da diversi giorni ben visibile alle pensiline dei bus e sui media locali - sono visi di persone coperti per metà da un'emoticon con la stessa espressione del loro volto: un modo per suggerire che dietro il mondo digitale ci sono persone e sentimenti reali.

La campagna è stata presentata dal Presidente della Provincia di Bolzano Arno Kompatscher che ha illustrato obiettivi e contenuti della campagna insieme ai partner della politica e della società civile che hanno sostenuto l'iniziativa. Kompatscher ha ripreso il tema della campagna per spiegare: "Il modo in cui ci relazioniamo ci cambia. E lo fa soprattutto se lo facciamo a distanza. Per questo il digitale è ancora di più reale".

Kompatscher ha sottolineato che l'espressione libera del proprio pensiero è non solo lecita ma anzi auspicabile: "La diversità di visioni va espressa. Ma occorre essere educati anche quando ci confrontiamo. Non solo il digitale è reale: dev'essere anche rispettoso. Non lo si può prescrivere per legge, ma lo si acquisisce con consapevolezza".

Peter Koler, direttore del Forum Prevenzione, ha sottolineato: "Abbiamo fatto una riflessione su come la campagna può interessare, coinvolgere e attivare i gruppi target, cioè la maggioranza silenziosa, gli insicuri e le persone interessate al tema, e dare loro dei suggerimenti. È importante sapere che non abbiamo una realtà digitale separata - quindi lo smile o l'avatar che commenta sono sempre io".

E' intervenuto anche Roland Turk, presidente del Comitato provinciale per le comunicazioni annunciando tre azioni: "la prima riguarda la produzione di brevi video per mostrare le conseguenze dell'odio in rete, incoraggiando a reagire in modo assertivo. In secondo luogo abbiamo proposto alla Rai, che rappresenta il servizio pubblico, si svolgere anch'essa opera di sensibilizzazione sui propri canali e in tutti i contenitori. Come terza azione a livello regionale promuoveremo un premio giornalistico per lavori che abbiano ad oggetto l'odio in rete”. 













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