Sensibilizzazione

Donazzan: vaccinatevi contro il Papilloma virus

L’appello del presidente della Lilt nella Giornata contro il cancro alla cervice uterina. «In Alto Adige 35 nuovi casi all’anno. Vaccinare ragazze e ragazzi salva dalla neoplasia»



BOLZANO. Il modo migliore per prevenire il cancro all'utero - in Alto Adige si registrano circa 35 nuovi casi l'anno - è vaccinare ragazze ma anche ragazzi (che trasmettono il virus) contro il Papilloma (Hpv). In questo modo, l'immunità di gregge potrebbe aiutare a eradicare l'infezione che causa il cancro anche nei maschi (ano, pene e orofaringe).

Giulio Donazzan, presidente Lilt (Lega per la lotta contro i tumori), lancia un appello in occasione della Giornata mondiale per l'eliminazione del carcinoma della cervice uterina. Appuntamento importante per sensibilizzare la popolazione sulla necessità della prevenzione e l'importanza di vaccinarsi contro il virus, responsabile di infezioni che provocano lesioni che possono trasformarsi in forme tumorali al collo dell'utero.

Il carcinoma della cervice uterina, infatti, è al quarto posto tra i tumori più comuni nelle donne e rappresenta il 6,5% di tutti i tumori che vengono diagnosticati nel sesso femminile. Le donne in Alto Adige si ammalano soprattutto di tumore al seno (29%, si contano circa 400 nuovi casi l'anno), colon (10%), polmone (7%), melanoma (5%) e appunto utero (4%). In Italia ogni anno si registrano circa 2.400 nuovi casi, pari all'1,3% di tutti i tumori diagnosticati nelle donne. Nel nostro Paese la sopravvivenza, a 5 anni dalla diagnosi, delle pazienti con tumore della cervice uterina è del 68% ma con la vaccinazione questo tipo di neoplasia può essere eliminata.

«Tumori che si possono prevenire - continua Donazzan - grazie alla vaccinazione, da somministrare prima dell'età di inizio dell'attività sessuale per poter ottenere la massima efficacia». In Italia il convegno "Eliminare il cancro della cervice uterina" del novembre 2022 aveva tracciato un bilancio della vaccinazione anti Hpv, che presenta ancora grandi differenze regionali sottolineando, inoltre, come l'80% dei genitori sia a conoscenza del fatto che il Papilloma causa il cancro, ma che sia vaccinato solamente il 35% delle undicenni, che sono il target delle campagne vaccinali. Per sensibilizzare sul problema una serie di associazioni medico scientifiche e di volontariato, tra cui Lilt, è stato creato un Manifesto per l'eliminazione dei tumori correlati. La provincia di Bolzano, che registra tassi di vaccinazione più bassi d'Italia, non brilla nemmeno per percentuale di giovani vaccinati per Hpv. Trento, al contrario, registra buoni risultati.

Donazzan ricorda come la delibera della giunta provinciale n°215 del 29.03.2022 abbia esteso la gratuità della vaccinazione per: uomini e donne fino ai 23 anni; donne che si sottopongono al primo Pap test; pazienti immunocompromessi fino a 26 anni; donne in trattamento per lesioni da Hpv ed inoltre ha ribadito "un costo agevolato" per i cittadini che volessero farsi vaccinare dopo i 23 anni di età.

Fondamentale per Donazzan coinvolgere la popolazione maschile. «Uno studio pubblicato su Anset Global Health mostra l'alta prevalenza di infezioni genitali da Hpv nei maschi, sottolineando l'importanza di coinvolgerli negli sforzi di prevenzione delle malattie correlate a questo virus. E ci dice che circa 1 uomo su 3 di età superiore ai 15 anni è infetto da almeno un tipo di Papilloma genitale (Hpv) e 1 su 5 è infetto da uno o più ceppi ad alto rischio o oncogeni». Per eliminare questo cancro - chiude Donazzan - l'Oms dice che tutti i Paesi devono raggiungere e mantenere un tasso di incidenza inferiore a 4 su 100 mila donne. Tre i pilastri: il 90% delle ragazze completamente vaccinato entro i 15 anni; il 70% delle donne sottoposto a screening utilizzando un test ad alte prestazioni entro i 35 anni e entro i 45 anni; il 90% delle donne con tumore pre-tumorale trattato e il 90% delle donne con tumore invasivo trattato».V.F.













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