l’inchiesta

Eurotunnel, indagati i vertici

Nel mirino della Procura europea sia gli attuali (Gradnitzer e Cardola) che i due ex amministratori della società Bbt-Se, Bergmeister e Zurlo. Sotto i riflettori l’aumento dei costi di oltre 200 milioni per un tratto austriaco



BOLZANO.  La Procura europea sta indagando su un mega appalto e sull’aumento significativo dei costi del tunnel di base del Brennero. L’inchiesta - scriveva ieri la Tiroler Tageszeitung - riguarderebbe gli ex amministratori di Bbt Se (società per azioni europea) Konrad Bergmeister e Raffaele Zurlo, come anche quelli attuali Martin Gradnitzer e Gilberto Cardola. La società - 50% italiana e 50% austriaca - conferma al quotidiano tirolese che i rilievi della Procura europea riguardano il lotto H33 Tulfes-Pfons, sul versante austriaco della galleria.

Come ricorda la Tiroler Tageszeitung, i lavori erano stati appaltati nel 2014 per 380 milioni di euro a una cordata di imprese, composta dall’austriaca Strabag e dall’italiana Webuild. Nel 2021 i costi ammontavano invece a ben 600 milioni di euro. Nel 2019 l’aumento aveva causato un dissidio profondo tra l’amministratore austriaco Konrad Bergmeister e quello italiano Raffaele Zurlo che poi erano stati sostituiti dalla società. Nello stesso anno la Procura di Bolzano aveva aperto un fascicolo che evidentemente nel frattempo è passato alla Procura europea.

«È nell’interesse di Bbt Se chiarire la realtà dei fatti, la società di progetto sta quindi collaborando pienamente con le autorità competenti. Per non ostacolare le indagini, non è possibile commentare lo stato attuale dell’indagine», così ieri la società Bbt-Se. Nessun commento anche da parte di Zurlo, interpellato ieri dal nostro giornale. Nel 2019 era stato proprio quest’ultimo ad attaccare Bergmeister. Quando esplose il conflitto tra i due Zurlo ebbe ad affermare: «Non sono io la causa di un disastro che non esiste, perché siamo di fronte ad un successo. E se ci sono dei problemi, questi sono in Austria, legati al fatto che il management diretto da Bergmeister per quella parte di progetto, ha compiuto reiterate violazioni delle norme statutarie della nostra società nell’appalto per il tratto Tulfes-Pfons, ordinando lavori in variante rispetto ai progetti autorizzati dagli organi societari, inoltre sono state ordinate prestazioni extracontrattuali non autorizzate né dal consiglio di gestione, né dal consiglio di sorveglianza, da cui sono derivati maggiori costi che al momento sono stimati in ben 200 milioni di euro».

Dal canto suo Konrad Bergmeister aveva evidenziato «come sia sempre stata rispettata la normativa vigente in Austria, che è diversa da quella italiana». Per l’altoatesino, ex amministratore di parte austriaca dell’Eurotunnel, tutti i controlli effettuati dall’Austria sugli appalti Oltrebrennero avevano dato esito positivo, ovvero non erano state riscontrate irregolarità di sorta. Insomma, per Bergmeister era tutto in regola ed anche gli aumenti dei costi ipotizzati per la tratta Tulfes-Pfons erano soltanto delle stime interne. In ogni caso i due vennero rimossi ed al loro posto la proprietà scelse Gradnitzer e Cardola. Adesso l’inchiesta della Procura europea. Intanto i lavori per l’Eurotunnel vanno avanti e si ritiene che possa entrare in funzione nel 2032, per un costo complessivo - allo stato attuale - di 10,5 miliardi di euro.
M.D.













Altre notizie

Attualità