il caso

Ex agenti sotto sfratto a Trento, appello dei sindacati di polizia

Rischiano di dover lasciare le loro abitazioni ad inizio 2024. Intervengono Sap e Mosap



TRENTO. A Ravina, sobborgo di Trento, decine di ex agenti delle forze dell'ordine insieme alle loro famiglie rischiano di dover lasciare le loro abitazioni all'inizio del 2024. Dopo avere pagato l'affitto per 20-30 anni, non è stato consentito loro di riscattare l'alloggio e hanno ricevuto una lettera di sgombero coatto.

Sul tema interviene il Sindacato autonomo di polizia, attraverso il segretario generale Stefano Paoloni, che in una nota "esprime nei riguardi dei colleghi interessati piena solidarietà".

Il segretario auspica "che possa essere individuata presto una soluzione che consenta soprattutto alle famiglie in cui siano presenti particolari difficoltà, come disabilità o bambini piccoli, che possa essere trovato un accordo che garantisca il diritto alla casa. Lanciamo un appello al Commissario del Governo per la Provincia autonoma di Trento, il prefetto Filippo Santarelli, e al presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, perché si adoperino fattivamente per non abbandonare questi servitori dello Stato".

"Quanto sta avvenendo a Ravina, in Trentino Alto Adige, è di uno squallore inaudito. Gli alloggi di servizio di carabinieri, poliziotti e finanzieri ora in pensione e che nel resto d'Italia sono stati riscattati dagli occupanti negli anni '90, in Trentino vengono considerati occupati abusivamente, con l'ordine di sfratto per 47 famiglie, molte delle quali con ormai vedove. Dove andrà a finire questa gente? Per strada? È così che si tratta chi ha servito per una vita lo Stato? Gettandolo nel pattume? È vergognoso", commenta Fabio Conestà, segretario generale del Movimento sindacale di polizia (Mosap).













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