la petizione

«Giù le mani dal Sassolungo», in pochi giorni 40 mila firme

La raccolta firme di Nosc Cunfin con il sostegno delle associazioni protezionistiche e alpinistiche di tutta la regione chiede tutela per la Città dei Sassi. «Gruppo dolomitico nel patrimonio Unesco»



BOLZANO. Quasi quarantamila sottoscrizioni in sole due settimane. Le hanno raccolte i protezionisti altoatesini per dire giù le mani del Sassolungo: stop al collegamento fra Alpe di Siusi e Sella Ronda; no alla nuova impattante cabinovia per forcella Sassolungo in sostituzione della vecchia bidonvia.

Una petizione nata soprattutto per dire sì alla trasformazione del massiccio dolomitico in un parco naturale, fase prodromica all’inserimento nel patrimonio mondiale Unesco.

Il tutto a meno di una settimana dalle elezioni provinciali. «Perché la prossima giunta provinciale non potrà delegare le decisioni ai Comuni - si è spiegato ieri - bensì dovrà assumersi le proprie responsabilità nei confronti delle Dolomiti, patrimonio di tutti, non solo degli altoatesini».

Quindici associazioni

Il gruppo di iniziativa Nosc Cunfin insieme ai propri sostenitori - Cai, Avs, Mountain Wilderness, Lia per Natura y Usanzes, Lia da Mont, Heimatpflegeverband, Dachverband, Climate Action, Associazione provinciale biologi, Lega italiana protezione uccelli, Wwf, Oldies for future, Lia uciei e Arbeitsgemeinschaft für Vogelkunde und Vogelschutz - lunedì 16 ottobre ha annunciato di aver superato le 39 mila firme per la petizione online Save the Dolomites, avviata solo il 2 ottobre per la tutela dei due monumenti naturali Piani di Cunfin e Città dei Sassi. «La risposta alla nostra petizione online è stata travolgente, la solidarietà e la volontà di partecipazione ci riempiono di grande gratitudine. Queste quasi 39 mila firme in così poco tempo sono un chiaro segno che i nostri obiettivi incontrano un ampio consenso», ha dichiarato Heidi Stuffer, presidente di Nosc Cunfin. «È impressionante vedere quante persone si impegnino attivamente affinché il Sassolungo riceva finalmente il suo giusto status di protezione. L'alto numero di partecipanti dimostra che le persone, in Alto Adige e non solo, sono pronte a difendere con coraggio civile il bene comune della nostra natura e delle nostre montagne. La popolazione vuole dire la sua. Le firme raccolte avranno un ruolo importante nel promuovere la nostra richiesta di referendum nei comuni interessati».

Oltre 40 anni di battaglie

Oltre 40 anni fa furono le iniziative Sos Saslonch e Sos Dolomiti a sostenere la salvaguardia del Sassolungo. Da tre anni Nosc Cunfin, composto da cittadini dei tre comuni della Gardena e di Castelrotto, si impegna per la tutela definitiva del gruppo dolomitico. «In questo modo, questo gioiello naturale con le sue fonti d'acqua potabile per Ortisei, questo habitat per la flora e la fauna degno di essere protetto, sarà preservato per le generazioni future senza ulteriori sviluppi».

Nel settembre 2023, la giunta provinciale altoatesina ha deciso di sostenere un processo di partecipazione nei comuni interessati con l'obiettivo di ottenere lo status di area protetta.

Le parole dei sostenitori

Nella sua dichiarazione, Georg Simeoni, presidente dell'Avs, ha ricordato la grande manifestazione di protesta del 1985 sui terreni dei Piani di Cunfin all'Alpe di Siusi, quando era stata chiesta una protezione senza compromessi delle aree naturali ancora intatte dell'Alpe di Siusi, davanti a 1.200 partecipanti: «La pressione sull'ambiente alpino sta aumentando e il rispetto per la natura sta diminuendo. Dobbiamo scuotere la politica e l'economia affinché lo spazio alpino possa finalmente riposare. Tutti trarrebbero beneficio da uno status di protezione per il Sassolungo: arrampicatori, escursionisti, ciclisti, amanti del tempo libero e soprattutto la natura e la fauna selvatica».

Florian Trojer, direttore dell'Heimatpflegeverband, ha aggiunto: «Siamo fermamente convinti che ora si tratti di trasmettere alle prossime generazioni questo tesoro senza tempo che abbiamo qui con il nostro paesaggio. E la tutela del gruppo del Sassolungo, con i Piani di Cunfin e la Città dei Sassi, è una pietra miliare».

Josef Oberhofer, presidente delle Federazione ambientalisti Alto Adige e rappresentante nazionale della Commissione internazionale per la protezione delle Alpi - Cipra, ha spiegato: «Per troppo tempo in Italia abbiamo lasciato che la configurazione della regione alpina fosse affidata prevalentemente agli operatori turistici e agli impiantisti. È stata una semplice negligenza. Le Alpi, nella loro origine di ecosistema funzionante ed equilibrato, devono essere incondizionatamente protette. Quindi, fine dello sviluppo eccessivo del nostro spazio alpino, del potenziamento degli impianti di risalita esistenti, della costruzione di nuovi impianti di risalita e dell'ampliamento e accorpamento dei comprensori sciistici, della costruzione di bacini di accumulo per l'innevamento artificiale mascherati da bacini di spegnimento incendi, degli eventi motoristici di qualsiasi tipo - tour in moto e rally, voli in elicottero e raduni di auto d'epoca - sulle strade di valico dell'Alto Adige».

Carlo Alberto Zanella, presidente del Cai Alto Adige ha sottolineato: «Il Sassolungo è veramente in pericolo. Io mi auguro che venga fatto questo parco naturale, un parco unico che comprenda Latemar, Catinaccio, Sciliar, Sassolungo, Sassopiatto e Sella in modo da avere una zona di altissimo valore ambientale e anche turistico. Salviamo questo paradiso, che ci è stato dato, e non lo lasciamo in mano agli imprenditori che hanno allungato le loro mani speculative». DA.PA ©RIPRODUZIONE RISERVATA













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