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Giunta, Kompatscher gioca a carte coperte

Il presidente: «Non è detto che sarà a 11. Finalmente si parla di temi». FdI: «Con il TeamK difficoltà, ma non poniamo veti». Il Pd: «No alla proliferazione delle deleghe»


Sara Martinello


BOLZANO. Se qualcuno ha creduto che il parere dell'Avvocatura dello Stato che in una giunta a 11 riconosce due posti al gruppo italiano abbia messo spalle al muro la Svp, ecco Arno Kompatscher a stravolgere le speculazioni. «Non è mica detto che la giunta sarà a 11», dichiara. Giunta a otto, nove, dieci, undici, per ora il presidente non esclude nemmeno uno scenario. Questa mattina, la direzione della Svp e il parlamentino hanno discusso con quali gruppi avviare le trattative di maggioranza. Quindi, se andare a destra con Freiheitlichen, FdI e Lega o verso il centrosinistra con TeamK e Partito democratico. Non sono scontate, le valutazioni sul partner tedesco. Non ci sono ancora dichiarazioni in merito. E mentre le valutazioni sui numeri della futura maggioranza attenuano la prospettiva dei Verdi al governo, restano intatte le quotazioni della Civica, valida in entrambi gli scenari.

La questione della rappresentanza etnica sembrerebbe risolta. È rimasto solo Sven Knoll della Süd-Tiroler Freiheit a promettere il ricorso al Tar. Il veto di tutti i partiti italiani su una maggioranza con la Stf facilita a Knoll la collocazione all'opposizione, senza sconti. Rispetto alle trattative, Kompatscher ha confessato: «Spero che finalmente parleremo di contenuti». Ha spiegato come saranno strutturati i tavoli. «Si parlerà di politiche sociali, economiche, ecologiche, e così via. Una volta stabiliti i punti, si valuterà quante persone serviranno per portarli a termine. Infine si passerà alla ripartizione delle deleghe». Praticamente si lascerà da ultimo proprio ciò che preme a Marco Galateo (FdI). Ma Galateo sa aspettare. Ha lasciato che fosse Christian Bianchi (Lega-Uniti, che giovedì si è dimesso da sindaco di Laives) il primo a depositare un parere sui due assessori italiani. Galateo che tiene aperta ogni possibilità non ha nemmeno posto veti su eventuali partner. Ha evidenziato giusto «una difficoltà reciproca» rispetto al TeamK (che su FdI ha sempre espresso forte incompatibilità). Si è dimostrato aperto perfino alle sensibilità dell'ala più a sinistra della Svp: «In una maggioranza di centrodestra si potrebbe creare un contrappeso attraverso le deleghe, o con Angelo Gennaccaro».

La Svp valuterà bene quale sia il miglior partner tedesco. Ulli Mair (probabile assessora qualora i Freiheitlichen entrassero in maggioranza) resta coperta: «Per noi contano i contenuti. Siamo interessati a un programma di governo che riprenda i nostri temi. Non soffriamo di "paura da contaminazione" con la destra italiana, il lavoro duro è di là da venire».

Anche il TeamK invoca un ragionamento di indirizzo, pure se Paul Köllensperger teme che la linea della possibile futura maggioranza si stia assestando sulla «via della minore resistenza». Ha dichiarato: «Avere uno o due posti in giunta non è la questione centrale. Se Kompatscher ha una idea di società e di ambiente, prima o poi deve realizzarla. Trovo poco serio ciò che sta stuccedendo». Parlando di svolta ecosociale, la scelta più netta sarebbero i Verdi, che ieri sera hanno riunito il direttivo per un'informativa e per avviarsi verso il rinnovamento della guida del partito. Sulla discussione più recente, Brigitte Foppa ha affermato: «Trovo triste questo modo di ri-etnicizzarsi. La battaglia per la rappresentanza italiana era legittima, ma anziché incentrarsi sul potere doveva includere un ragionamento sul voto italiano e sulla direzione politica da intraprendere. Di questo passo, la rappresentanza italiana sarà sempre più esile. Ma penso che i giochi siano fatti. L'ultimo indicatore? L'altro giorno in Consiglio regionale è stato detto che era stato fatto un confronto "come maggioranza"».

Al momento, FdI e Lega contemplano solo una giunta a 11. Scenari diversi penalizzerebbero uno dei due. Ironico il commissario leghista Maurizio Bosatra: «Avremmo fatto tutto questo per una giunta a nove?». Inoltre, di 11 assessori (ma anche 10, con un solo italiano), la Svp se ne intesterebbe ben 8, coprendo più aree dell'elettorato. Oltre a Kompatscher e a Hubert Messner, Daniel Alfreider, Rosmarie Pamer, Peter Brunner, Waltraud Deeg, più sicuri, ci sarebbe posto per l'Obmann Philipp Achammer come per il bolzanino Luis Walcher, dell'ala contadina. La Svp non disdegnerebbe. Chi storce il naso è il Pd. «La proliferazione delle deleghe azzoppa la governabilità e altera il rapporto con il Consiglio», ha osservato il segretario dem Carlo Bettio, «Gli undici sono una soluzione apparente: per risolvere un problema, ne crei altri quattro».













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