L’intervista

Hubert Messner: «Liste d'attesa mai più in coda, questa la mia promessa agli altoatesini»

L’assessore: «Le mie spedizioni tra i ghiacci sono state durissime, ma ero preparato bene. Faccio lo stesso in Sanità, la sfida più grande. Ci arriveremo passo, passo, riformando la medicina di famiglia»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «La salute non può stare in coda. Abbatteremo le liste d'attesa, certo non lo posso fare in un giorno e non lo posso fare da solo. Ma lo farò». Hubert Messner, classe 1953, ex primario di Neonatologia al San Maurizio, di sfide se ne intende. L'ha fatto tra i ghiacci della Groenlandia, ai Poli, sul Nanga Parbat ecc. Ora da neo assessore, gli toccano quelle, paradossalmente più pesanti, della Sanità. «Ma non sarò da solo. Ho alle spalle un Dipartimento forte, con collaboratori validi. Poi proseguirò passo passo».

Dottor Messner, le attese per una visita sono infinite. I cittadini fuggono nel privato. Da dove inizierà a tagliarle?

Dai medici di famiglia. Senza il loro aiuto, senza una diversa organizzazione, non ce la possiamo fare. Dobbiamo poter offrire personale di segreteria, assistenti e attrezzature diagnostiche ecc. Dobbiamo ascoltare le richieste dei giovani e puntare di più sulla Medicina di gruppo (ambulatori associati). Stiamo andando a realizzare 10 nuove case di comunità che possiamo pensare di "riempire" anche così.

I Pronto soccorso dei nostri ospedali fronteggiano più di 700 pazienti al giorno, come se ne esce?

Ancora una volta con i medici di famiglia e poi riformando il servizio di emergenza. In Emilia Romagna hanno attivato i nuovi Centri di assistenza e urgenza (Cau) per rispondere ai bisogni di primo soccorso direttamente sul territorio. Attivi h24, 7 giorni su 7, evitano accessi inappropriati ai Pronto Soccorso. L'obiettivo è quello di garantire a tutti i cittadini la cura migliore e un percorso di assistenza personalizzato, in tempi rapidi e senza lunghe attese. Potremo realizzarli dentro i distretti, ho intenzione a breve di andare in Emilia per vederli all'opera.

Servono nuovi modelli anche per riagguantare la fiducia dei pazienti e quella di tanto personale della Sanità…

Certo. I cittadini devono tornare ad avere piena fiducia nel loro medico. E poi a breve inizierò a fare il giro dei sette ospedali, parto da quelli piccoli, dei distretti, degli ambulatori. Voglio parlare con medici, con gli infermieri, voglio che mi raccontino come vanno sul serio le cose. Voglio capire il perché del malcontento che serpeggia in ogni reparto... se è così perché si sentono poco coinvolti. Che mi dicano cosa succede e perché. Un'idea ce l'ho, troppo spesso la mano destra non sa cosa fa la sinistra. E non va bene.

Abbiamo 52 primari su 120 che devono rifare il concorso dopo che la Corte Costituzionale ha dichiarato illegittima la commissione che li ha nominati. Su 52 professionisti - 24 hanno già visto scadere i 5 anni di contratto e sono stati tutti prorogati - e non sono ancora stati chiamati a rifare il concorso. I bandi emessi nel frattempo sono solo 6.

Siamo un po' indietro, è vero, dobbiamo fare il possibile per accelerare la procedura e dare stabilità al sistema.

Altra questione bollente, quella dei sistemi informatici che non dialogano tra loro. La digitalizzazione sanitaria in Alto Adige è da sempre al palo e in ritardo rispetto al resto d'Italia. Che fare?

Sento parlare di informatizzazione forse da 15/20 anni. E siamo ancora lì. Serve un sistema unico, non possiamo inventarci altro. Ma deve poter funzionare. A latere posso dire che da aprile il fascicolo sanitario conterrà tutti i dati dei cittadini.

L'Asl è guidata dalla commissaria straordinaria, ma resta senza direttore generale. Sarà Irene Pechlaner la nuova direttrice, temete ricorsi ed un nuovo "caso Zerzer"?

Allora i colloqui con i tre candidati Pechlaner, Thomas Schael, Christian Kofler sono stati fatti. Sto studiando le carte. Penso che il nome del nuovo direttore arriverà a fine mese o poco prima. La Provincia non teme ricorsi mi è stato assicurato che non esiste problema alcuno.

Si fa il nome di Kofler direttore a Merano, di Umberto Tait a Bolzano, di Luca Armanaschi direttore amministrativo a Bolzano.

I colloqui si tengono il 27 febbraio. Poi si deciderà.

A fine anno partirà la nuova facoltà di Medicina che sarà in inglese, con 60 iscritti.

Dico che ci può dare una mano importante per formare i nostri studenti, vista la pesante carenza di medici che c'è in tutta Europa e farli lavorare negli ospedali. Mi auguro anche che possa partire la specialità per medici di medicina generale che in Italia, a differenza del resto d'Europa, ancora non è prevista. Per noi sarebbe molto importante.

Tanti giovani medici preferiscono il privato. Meno turni, meno guardie, più libertà nell'organizzazione del lavoro.

È vero, i giovani hanno altre priorità. Non si trovano specialisti di emergenza, anestesisti, chirurghi ma anche pediatri e ginecologi. Non è facile oggi governare il servizio pubblico.













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