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Kompatscher: “Covid, sì ad allentare le restrizioni ma non abbassiamo la guardia”

Widmann: “Sulla sanità ripercussioni a lungo termine”. Sanitari no vax guariti, confermata dal ministero la sospensione dal lavoro



BOLZANO. La giunta provinciale di Bolzano è favorevole alle nuove misure annunciare a livello statale che allenteranno le restrizioni anti-Covid, a partire dal venir meno delle mascherine all’aperto deciso da venerdì 11 febbraio, ma avverte che "il problema non svanisce da un momento all'altro e l'attenzione non si può abbassare". Lo ha detto oggi (8 febbraio) il presidente della Provincia Arno Kompatscher, riferendo al consiglio provinciale sugli sviluppi della pandemia in Alto Adige.

La situazione negli ospedali, ha aggiunto, è migliorata, anche se ci sono molti pazienti nei reparti non intensivi e, dal punto di vista economico, la stagione invernale si chiuderà con delle perdite, ma, se la situazione si stabilizzasse, si potrà lavorare bene ancora fino a tutto marzo. La situazione dovrebbe essere più semplice in primavera/estate, ha proseguito Kompatscher, mentre in autunno è probabile una risalita della curva di contagi e la relativa strategia di vaccini e obblighi è attualmente in discussione, non solo in Italia.

Per quanto riguarda le discoteche si attendono le decisioni a livello nazionale, ma in giunta c'è un'intesa per i sostegni ai pochi gestori altoatesini a fronte delle gravi perdite subite.

L'assessore alla sanità Thomas Widmann ha ricordato che in Alto Adige il tasso di ospedalizzazione è ancora alto, ma con decorsi meno gravi. L'incidenza è scesa a 1.700, mentre un anno fa era ad 800 casi ed i reparti e le terapie intensive erano oberati. "Va detto chiaramente che l'allarme non è ancora rientrato: ci saranno semplificazioni, ma non va abbassata la guardia. In ambito sanitario le ripercussioni saranno a lungo termine, basti pensare a quanti soffrono di long covid e al costo dei relativi trattamenti", ha concluso Widmann.

Widmann ha fatto riferimento alla durata del Green Pass nelle diverse combinazioni dosi vaccinali-guarigione, riferendo che essa è illimitata anche in caso di doppia vaccinazione e guarigione e dicendosi disponibile a valutare casi problematici come quelli segnalati in aula. “Non è vero, ha aggiunto, che nelle altre Regioni i sanitari guariti possono tornare in servizio: il ministero ha confermato la sospensione per tutta l’Italia; se si è sospesi e guariti bisogna aspettare 90 giorni per il vaccino, necessario per rientrare. Se si parla di “follia”, non si considera che la situazione in sé è una follia, e che il virus è ancora diffuso”.

“In quanto agli interventi a Roma, la Provincia si impegna sempre con proposte, che a volte vengono anche accolte. In quanto ai dati sui test, è cambiata una cosa: vengono testati quasi solo persone sintomatiche, il resto non è fattibile”.













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