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Kompatscher e i 100 anni della Marcia su Bolzano: «Vigilare sui valori democratici»

Un secolo fa le violenze fasciste. Il governatore: "Una lezione della storia". L'Anpi: "Nuovi passi verso una società multiculturale e solidale"



­BOLZANO. Sono passati cento anni dalla Marcia su Bolzano dell'1-2 ottobre 1922, quando i fascisti ottennero la rimozione illegale dell'ultimo sindaco di lingua tedesca Julius Perathoner e del commissario civile Luigi Credaro. L'amministrazione del Comune, allora ancora a maggioranza tedesca, si era rifiutata di soddisfare la richiesta del partito fascista e di rendere disponibile per l'insegnamento dell'italiano la scuola Imperatrice Elisabetta, di via Cassa di Risparmio, all'epoca la più grande e moderna della città.

A cento anni da quell’anniversario il presidente della Provincia Arno Kompatscher invita i cittadini dell’Alto Adige a trarre le giuste conclusioni dalla storia. “La marcia su Bolzano è una lezione che ci deve insegnare ad ascoltare con attenzione e a non distogliere mai lo sguardo, vigilando assieme sul rispetto delle regole democratiche”. “In Alto Adige, in uno sforzo comune, siamo riusciti a trasformare importanti monumenti fascisti in memoriali e a contrastare il fascista "credere, obbedire, combattere" con l'affermazione "Nessun uomo ha il diritto di obbedire".

Ma il monito posto dal triste anniversario della marcia su Bolzano è sempre valido: "Rimanere vigili e sostenere i valori democratici”, ha aggiunto il presidente Kompatscher.

Nell'anniversario interviene anche l'Anpi dell'Alto Adige: "A 100 anni dalla marcia fascista su Bolzano è necessario che la memoria storica di quegli avvenimenti rimanga viva.  La soppressione delle legittime istituzioni e delle libertà dei cittadini, la violenta persecuzione degli oppositori, si coniugarono, nella nostra terra, con odiose discriminazioni etniche e la cancellazione della lingua e dell'identità culturale della popolazione sudtirolese. Il percorso lungo e difficile che ha portato alla sconfitta del fascismo e del nazismo, alla Costituzione e, poi, in Alto Adige/Südtirol al rifiuto delle contrapposizione nazionalistiche, al dialogo, all'autonomia e alla convivenza, dimostra come i valori fondamentali non siano affatto "vecchi" e la loro attuazione rimanga la stella polare per affrontare i problemi del mondo di oggi e i pericoli che continuano a minacciare la pace, la libertà, i diritti umani, la dignità delle persone. Alla preoccupante crescita della sfiducia e della disaffezione dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni testimoniata dal forte aumento dell'astensione ad ogni tornata elettorale, occorre, dunque rispondere con la rigenerazione della democrazia e l'impegno a contrastare ogni riproposizione dei disvalori fascisti e razzisti. Peraltro, ogni scorciatoia autoritaria, decisionista o tecnocratica finisca per aggravare i problemi anziché risolverli. La memoria, dunque, come fondamento della coscienza democratica e delle istituzioni di oggi, in particolare, nella nostra terra dove il rifiuto delle contrapposizioni del passato deve coniugarsi con nuovi passi avanti nella costruzione di una società compiutamente multiculturale, aperta e solidale. Il 2 ottobre parteciperemo alle iniziative che, oltre all'importante convegno storico all'Università, segneranno il ricordo della Marcia su Bolzano. Il 28 ottobre, anniversario della Marcia su Roma, in continuità con queste iniziative promuoveremo un dialogo tra i giovani e alcuni storici su Fascismo e Antifascismo ieri, oggi, domani".













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