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L’allarme dei costruttori altoatesini: «Con l’aumento dei prezzi a rischio le infrastrutture per le Olimpiadi 2026»

Lettera aperta del consiglio di presidente del collegio costruttori: sono a rischio anche gli obiettivi del Pnrr. E ci sono tre proposte concrete



BOLZANO. Rendere possibile l’adeguamento dei prezzi, la sospensione dei termini e delle penali, possibilità di posticipare o di recedere dal contratto.

Sono questi i tre punti centrali della proposta del consiglio di presidenza del collegio costruttori di Bolzano per rendere “la situazione meno grave”.

Ma ecco il testo della lettera aperta firmata da Michael Auer, Presidente, Thomas Ausserhofer, Vicepresidente, Christian Grünfelder Vicepresidente, Robert Kargruber, Vicepresidente, Franz Marx, Vicepresidente, Ingo Plaickner, Vicepresidente, Werner Kusstatscher, Tesoriere, Markus Kofler, Past - President, Jasmin Mair, Presidente Cassa Edile.

“Gli enormi aumenti dei prezzi stanno ponendo le nostre imprese e la nostra società di fronte a sfide enormi. Non ci sono più certezze, non è più possibile pianificare.

Acciaio, ferro, carburanti, asfalto e materiali di isolamento sono solo alcuni dei materiali che vengono utilizzati quotidianamente nel settore delle costruzioni e il cui costo è esploso a livelli esorbitanti. Di più, anche solo ottenere questi materiali è diventata ormai una sfida quotidiana. Così non ci sono ad esempio più certezze nella fornitura di acciaio e ferro, anche perché alcuni stabilimenti hanno limitato o addirittura interrotto la loro produzione a causa degli alti costi.

A questo si aggiungono gli elevati costi energetici, i cui effetti si fanno sentire direttamente su tutte le nostre attività.

Sotto questi presupposti la realizzazione delle infrastrutture per le Olimpiadi 2026 è a rischio. Anche il raggiungimento degli obiettivi del Pnrr e le relative possibilità di accedere ai finanziamenti non paiono più realistici. Le opere programmate in questo momento non sono realizzabili nemmeno lontanamente in modo da coprire i costi. E a causa della carenza di materie prime è impossibile rispettare i tempi di consegna previsti.

È quindi indispensabile adattare gli obiettivi e le tempistiche previste dal Pnrr. Il settore edile già nei mesi scorsi ha assorbito buona parte degli aumenti dei prezzi e cercato di ridurre al minimo le ricadute per i committenti, ma più di così non è possibile fare. In caso contrario le imprese dovranno chiudere e licenziare, perché non si può più lavorare coprendo i costi.

Il Consiglio di Presidenza del Collegio dei Costruttori ha per questo elaborato tre proposte concrete, in modo da rendere la situazione meno grave. 1.) Rendere possibile l’adeguamento dei prezzi. Per gli appalti pubblici deve essere consentito l‘adeguamento dei prezzi anche in momenti successivi – sia verso l’alto che verso il basso, se la situazione dovesse distendersi. A questo proposito deve essere individuato un sistema che funzioni davvero e che permetta una compensazione rapida, simile al sistema di adeguamento dei prezzi adottato in Austria, Francia o Spagna. L’attuale metodo degli adeguamenti tramite decreto ministeriale è infatti troppo lento e macchinoso e gli aumenti riconosciuti non rispecchiano nemmeno lontanamente i rincari effettivi.

2.) Sospensione dei termini e delle penali. Sia per gli appalti pubblici ma anche per quelli privati dovrebbero essere sospese obbligatoriamente le penali relative a ritardi dovuti alla mancata fornitura di materie prime. A questo proposito serve un’iniziativa legislativa, che dichiari sospese clausole di questo tipo.

3.) Possibilità di posticipare o risoluzione del contratto. Nei casi in cui per via della carenza di materiali non dovesse essere possibile rispettare un contratto, le imprese dovrebbero avere la possibilità di recedere senza ulteriori conseguenze ovvero di posticipare l’esecuzione fino a quando la situazione si normalizza. Presupposto fondamentale deve essere una dichiarazione dettagliata delle ragioni.

Tutte le misure hanno come obiettivo comune quelli di garantire la continuità delle attività imprenditoriali e di salvaguardare così i posti di lavoro ad esse collegati. Le nostre imprese insieme ai loro collaboratori sono in possesso di competenze che non possiamo permetterci di disperdere. Come tutti, anche noi speriamo che dopo questo lungo periodo di insicurezza si torni a tempi più stabili e che questa guerra disumana che sta creando tanta sofferenza, volga presto al termine".













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