giustizia

L’avvocato Nicola Canestrini è arrivato in Ucraina: sarà osservatore al processo a un obiettore di coscienza

L’uomo è stato condannato per elusione del servizio militare. L’avvocato roveretano: «Noi penalisti dobbiamo stare qui, a difendere persone che nessuno vuole difendere»



TRENTO. L'avvocato trentino Nicola Canestrini, noto anche in Alto Adige per il processo sui pesticidi, è arrivato in Ucraina per partecipare da osservatore, su mandato del Movimento nonviolento, all'udienza per il processo a Vitaliy Vasyliovych Alekseienko, obiettore di coscienza ucraino, davanti alla Corte d'appello del Tribunale di Ivano-Frankivsk, nella parte occidentale del Paese.

Alekseienko, come riporta Azione nonviolenta, era stato giudicato colpevole di "elusione del servizio militare durante la mobilitazione" il 15 settembre, ed era stato condannato a un anno di carcere.  Ha poi presentato un ricorso, chiedendo di essere rilasciato con un periodo di libertà vigilata.

"Ho appena fatto delle interviste con il presidente della Corte d'appello, Bogdan Grynovetskyi, e con uno degli avvocati difensori", racconta all'ANSA Canestrini, che è stato l'unico avvocato a decidere di partecipare come osservatore al processo all'obiettore di coscienza. "Sono qui perché noi penalisti qui dobbiamo venire, a difendere persone che nessuno vuole difendere e a fare cose che nessuno vuole fare. È il nostro posto. Bisogna stare alle frontiere per sorvegliare i confini del diritto. Ho deciso di accettare l'invito del Movimento nonviolento per venire a verificare i diritti di chi la pensa diversamente. È facile garantire i diritti di chi la pensa come noi, è un po' più difficile invece garantire quelli di chi la pensa in maniera diversa. Mi sta dando una grossa mano avere il supporto dell'Ordine degli avvocati Ucraini: senza di loro non sarei riuscito ad essere qui".

Come spiega Canestrini, l'udienza, che era stata fissata per il 12 dicembre, probabilmente slitterà. "Il Tribunale e la Corte d'appello - dice l'avvocato trentino - erano al buio, senza riscaldamento ed elettricità. C'è stato un blackout elettrico che ha paralizzato il sistema elettronico dei file dei procedimenti penali". "La Corte d'appello, che avrebbe dovuto decidere della condanna a un anno di carcere perché l'imputato non ha avuto nessun rimorso, non ha il materiale su cui lavorare. Se il processo verrà veramente rinviato, comunque, ce lo diranno nel pomeriggio", conclude Canestrini, che incontrerà anche l'imputato e il suo avvocato difensore. 













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