Asili nido e microstrutture, nel 2108 spesi 544 mila euro 

Il bilancio. Quest’anno 22 le domande di iscrizione inevase: fra il 2014 e il 2016 erano zero Il consigliere Dino Gagliardini (Pd) propone un punto per l’infanzia in zona Toggenburg


Bruno Canali


Laives. In un settore come quello delle strutture per la prima infanzia fare previsioni statistiche è tutt’altro che facile. «In questo settore i dati sono fluttuanti – afferma Claudia Furlani, assessora a scuola e sociale –, e così può succedere che un anno ci siano tanti richieste e che invece l’anno dopo ce ne siano la metà».

Claudia Furlani ha fornito una serie di dati in risposta a un’interpellanza sul tema presentata dal consigliere Dino Gagliardini (Pd), che proponeva la realizzazione di una microstruttura in zona Toggenburg, a Pineta, dove a breve l’Ipes costruirà un nuovo condominio. L’assessora Furlani ha spiegato che intanto non è in programma, per l’amministrazione comunale, la costruzione di un nuovo asilo nido nella frazione di Pineta. «Prima vanno fatte tutte le valutazioni del caso – spiega Furlani –. Sappiamo ad esempio che ci sono spostamenti sul territorio: magari chi da Laives si reca a Bolzano per lavoro trova più comodo portare i bambini alla microstruttura di San Giacomo o a quella nella zona industriale di Bolzano, dove noi, come Comune, abbiamo acquistato alcuni posti. Quest’anno abbiamo incrementato la capienza della microstruttura gestita dalla cooperativa delle Tagesmutter, sempre a San Giacomo, aumentandola di 10 unità. Ricordo poi che sempre a San Giacomo, nel grande progetto di ricostruzione dell’intera zona scolastica condiviso con Bolzano, abbiamo previsto il posto per una microstruttura».

A sostegno di questa situazione difficilmente prevedibile per quanto riguarda le domande di ammissione ai nidi, Claudia Furlani elenca i dati delle domande inevase dall’anno 2008 al 2019. Nel 2008, ad esempio, i bambini in lista d’attesa erano 36, passando l’anno dopo a 38, per poi calare a 30, quindi a 21 nel 2012 e arrivando a quota zero fra il 2014 e il 2016. Per il 2017 le domande inevase sono state 6, poi salite a 11; a 25 fra il 2018 e il 2019 e infine, alle 22 di quest’anno. «Questo per dire come cambiano le situazioni di anno in anno - sottolinea l’assessora -, cosa che non consente di programmare il numero di operatori necessario». A proposito di operatori dei nidi: entro il 2021 il Comune dovrà assumerne almeno 4 in più. In base alle nuove normative bisognerà passare da un operatore ogni 8 bambini a uno ogni 5.

Infine, i costi effettivi a carico del Comune di Laives (decurtati dai contributi provinciali): nel 2018, per le Tagesmutter sono stati spesi 118 mila euro. Per microstrutture e nidi in altri comuni, 66 mila euro circa. Per la microstruttura di San Giacomo circa 100 mila. Per il nido comunale di Laives, circa 260 mila euro. «Il Comune – conclude Furlani – deve garantire il servizio per bambini da 0 a 3 anni, almeno al 15 per cento; attualmente noi siamo a quota 30 per cento, dunque molto oltre il limite minimo previsto dalle normative».

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