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Castelli: «Accertamenti seri su chi produce zero rifiuti»

LAIVES. L’ufficio ambiente e rifiuti del Comune di Laives sta preparando le lettere che Seab invierà ai 564 utenti che nell’ultimo anno, secondo quanto risulta dalle verifiche, non hanno prodotto...



LAIVES. L’ufficio ambiente e rifiuti del Comune di Laives sta preparando le lettere che Seab invierà ai 564 utenti che nell’ultimo anno, secondo quanto risulta dalle verifiche, non hanno prodotto rifiuti. Il consigliere Paolo Castelli (M5s) ha ricevuto dal sindaco Christian Bianchi la delega su ambiente, rifiuti e rapporti con Seab. «Può darsi – fa sapere – che qualche utente possa aver caricato anche i propri rifiuti domestici su quelli della propria eventuale ditta, così come può essere che qualcuno sia assente da Laives da un anno, ma non è credibile che tutti i 567 risultanti dalle verifiche fatte da Seab siano in questa situazione. Così, d’accordo con Seab abbiamo deciso di approfondire ogni situazione, prima di tutto spedendo lettere con cui chiedere spiegazioni. Se queste non saranno plausibili, scatteranno ulteriori e più approfonditi accertamenti». Il problema è sempre quello: l’abbandono dei rifiuti, un fenomeno che comporta un costo per il Comune attorno ai 200mila euro, come risulta dall’ultimo conto che Seab ha presentato all’amministrazione per il servizio di pulizia straordinario. E questi soldi vengono spalmati sulle bollette rifiuti pagate da tutti gli utenti, costi che si potrebbero evitare se solo ognuno avesse un comportamento più civile. Bisogna quindi perseguire severamente i trasgressori. «Attualmente – spiega Castelli – le utenze domestiche, per buttare i propri rifiuti, hanno a disposizione la scheda personale con la quale accedere alle isole ecologiche di raccolta. La bolletta quindi viene calcolata in base all’effettivo peso di rifiuti conferito da ciascuno e bisogna anche tenere presente che si paga una quota base di “allacciamento” a prescindere dalla quantità prodotta. Da questa quota in poi, però, appare poco credibile che qualcuno comunque non produca alcun rifiuto, o, meglio, che non ne conferisca nemmeno qualche chilo ai sistemi di raccolta. Questo lo si deduce dai dati registrati dalle schede personali. In qualche caso può darsi che vengano smaltiti utilizzando un’altra scheda. In tutti gli altri casi, però, “rifiuti zero” può significare solo smaltimenti abusivi o “pendolarismo dei rifiuti”, e vogliamo accertarlo. (b.c.)













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