Comprensorio, Horst Pichler lascia ma va al contrattacco 

«Una corsa alle poltrone e zero sindaci nella nuova giunta» Il primo cittadino di Egna dice addio anche al consiglio


di Massimiliano Bona


EGNA. Horst Pichler, sindaco di Egna, lascia il Comprensorio sbattendo la porta. Il rimpasto (fuori anche Bianchi, Beati, Degasperi Gozzi e Benin), che sarà operativo dopo le elezioni provinciali, non lo convince affatto. Nel nuovo esecutivo non ci saranno primi cittadini: al loro posto entrano il vice di Salorno Ivan Cortella, l’assessora al sociale di Appiano Monika Hofer Larcher, il consigliere comunale di Caldaro Christian Ambach e la consigliera comunale di Laives Debora Pasquazzo.

«È tutto vero: lascerò il mio posto nella giunta comprensoriale per la seconda volta per lasciare spazio ad un membro dell’Oltradige ma non solo: ho deciso di cedere ad altri anche il mio posto come consigliere della Comunità Comprensoriale. Nel 2015 sono entrato per la seconda volta nella giunta comprensoriale per rispettare gli equilibri impostici dall’Oltradige che poi ha rifiutato perché voleva avere per forza tre posti. A quanto pare adesso vanno bene anche i due posti inizialmente prospettati».

Sindaco, quali sono i motivi del suo addio? «Le ragioni sono molteplici: innanzitutto sono una persona molto pratica e queste tattiche e politiche sottobanco per spartirsi i posti non mi sono mai piaciute. Ad un anno e mezzo dalla fine della legislatura non saprei quali grandi cambiamenti possa portare questo rimpasto. Un’altra cosa che mi ha fatto pensare e riflettere più volte è che nel nuovo esecutivo non ci sarà un solo sindaco. Ed è il primo cittadino il primo responsabile di ogni Comune ed è l’unico ad avere un quadro generale sulle varie problematiche in agenda. Anche quelle sovracomunali».

Pichler sottolinea come si sia arrivati al paradosso, ormai, di dover organizzare incontri «ad hoc» tra primi cittadini proprio perché altrimenti sarebbe impossibile vedersi e confrontarsi.

«Ci sono sindaci - commenta Horst Pichler - che ho visto due volte in 8 anni. Ovvero quando bisognava assegnare i posti». Come dire che il Comprensorio, dopo il riassetto, rischia di avere un’importanza quasi residuale.

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