I bambini trovano una siringa nel campo giochi di Laghetti 

L’allarme. Una negoziante: «L’hanno raccolta sporca di sangue e ce l’hanno portata» Si tratterebbe del primo caso in almeno dieci anni. Il vicesindaco: «Aumenteremo i controlli»



Egna. La segnalazione arriva da Laghetti: nell’area dove i bambini sono soliti incontrarsi per giocare è stata trovata una siringa sporca di sangue. Un caso più unico che raro per la frazione, per lo meno da diversi anni. Ad allarmare le famiglie, il fatto che i bambini abbiano raccolto la siringa da terra, portandola in un negozio vicino ai campetti da gioco.

Immediatamente è partito il tam tam sui social, in modo da mettere in guardia i genitori rispetto all’eventualità che i loro figli trovino altre siringhe. “L’hanno portata da noi – scrive la negoziante che ieri ha lanciato l’allarme –, forse inconsapevoli della sua pericolosità o perché credevano fosse giusto darla agli adulti”. I bambini, infatti, non potevano conoscere il rischio, ma riconoscendo un oggetto sospetto hanno ritenuto naturale portare a un adulto ciò che avevano ritrovato.

La possibilità di contagio di epatite B, epatite C o Hiv è piuttosto remote, se la siringa è rimasta esposta all’aria per un tempo prolungato e se il sangue non è “fresco”. La maggior parte delle notizie di contagio è dovuta a scambi di siringhe, quindi in tempi molto più rapidi. Ma le precauzioni non sono mai troppe.

La notizia coglie di sorpresa il vicesindaco di Egna, Alex Pocher: «In tanti anni di siringhe non se n’erano più viste. A Egna abbiamo una persona che si occupa stabilmente del parco, mentre i campetti di Laghetti sono sottoposti a un controllo settimanale da parte dei dipendenti del cantiere comunale che si occupano della pulizia dell’area». A differenza di Bolzano, Egna non dispone di un Sert. Sono i servizi territoriali a occuparsi di persone tossicodipendenti, sebbene i casi siano più che rari. «In generale mi sembra che nella Bassa Atesina negli ultimi quindici anni il fenomeno si sia ridotto», prosegue Pocher. In apparente controtendenza rispetto a molte altre zone del Nord Italia (Alto Adige compreso), dove negli ultimi anni si è registrato il ritorno dell’eroina, nonostante oggi le iniezioni siano meno frequenti – si preferisce fumarla o inalarla. In ogni caso, rassicura il vicesindaco, «aumenteremo l’attenzione su quell’area». S.M.













Altre notizie

La denuncia

Poste di via Resia, piove dal tetto: consegne a rischio

La Failp Cisal: «Il nuovo sistema non funziona. Criticità su depositi corrispondenza, recapito e sportelleria». Longo: «A Bressanone, Bolzano e Silandro un disastro, ma l’azienda non si ferma: da giugno partono Merano, Ora e Brunico»


Davide Pasquali

Attualità